Giovanni di Sercambi, novelliere e storico lucchese della fine Trecento autore delle celebri Croniche, si sofferma a lungo sulle vicende dei Bianchi, un movimento composto da flagellanti biancovestiti, che percorse fin dalla metà del Duecento le vie d’Italia e d’Europa, evocando la Passione di Cristo. Al tempo del Sercambi queste schiere, muovendosi da Chieri nel Torinese – il Piemonte e la Savoia erano sconvolti da guerre sanguinose - guadagnarono al grido di “Pace e Misericordia” l’Italia Settentrionale e poi dividendosi in due gruppi il Veneto e la Toscana, quindi l’Umbria. Nelle Croniche si parla di una grande pellegrinaggio dei “Battuti”, partito da Lucca il 10 agosto 1399 e diretta verso Firenze, dove i penitenti avrebbero portato un grande crocifisso ligneo, già presente nella chiesa di San Romano. Al ritorno il crocifisso venne posto accanto chiesa di San Luca e da qui nel 1410 nella chiesa di San Benedetto in Palazzo. Ben presto il crocifisso portato in processione dai Bianchi divenne una reliquia omaggiata da schiere di devoti. Il prezioso manufatto, oggi esposto presso la cappella del Palazzo Arcivescovile, risale al 1330 ed è oggi collocato nella cappella del palazzo Arcivescovile.
Cultura/ARTICOLO
Bianchi e devoti nella Lucca di fine Trecento
Penitenti e flagellanti entrati nella storia della città
