Enogastronomia/ARTICOLO

Brunello di Montalcino contraffatto Danno per il Made in Tuscany

Vino e olio, le due punte di diamante dell'enogastronomia toscana, bersagli di frodi agroalimentari

/ Redazione
Gio 29 Maggio, 2014
Brunello di Montalcino

Sono state sequestrate oltre 30.000 bottiglie di vino impropriamente etichettato come Brunello di Montalcino, Chianti e altri docg. Dopo le oltre 300 tonnellate di olio toscano contraffatto scoperto recentemente in Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Puglia in note aziende e stabilimenti che operano a livello nazionale e internazionale, ora i Carabinieri del reparto operativo di Siena hanno ritirato dal commercio una grande quantità di vino che veniva venduto come Brunello di Montalcino, ma in realtà falso e di scarsa qualità.

“Un danno incalcolabile per l’immagine del nostro Made in Tuscany, per i nostri vini e per i produttori che, con serietà, passione ed investimenti, contribuiscono a fare di questa regione la culla mondiale della qualità agroalimentare e dello stile italiano a tavola”, commenta Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana.

Il vino sequestrato, proveniente da altri mercati, veniva imbottigliato ed etichettato con fascette false e di conseguenza venduto in Italia all'estero ad un prezzo superiore a quello reale, causando così un danno enorme al settore vitivinicolo italiano e toscano, se si considera che vino e olio, producono 1miliardo 230mila euro di fatturato con incrementi rispettivamente del 6,3% per il vino e del 18,3% per l’olio rispetto all’anno prima.

La produzione di Brunello nel 2013 è stata di 8,1 milioni di bottiglie per un fatturato di 165 milioni di euro con la quota destinata alle esportazioni che è salita al 67%, oltre 2 bottiglie su 3. Per l'export di Brunello la destinazione più importante è rappresentata dagli Usa (28%), seguiti dai mercati asiatici (15%) e dal centro America (Brasile, Messico, Panama, Venezuela e altri), che rappresenta circa il 10%. In crescita è stato anche il giro d'affari del settore enoturistico a Montalcino (ristoranti, alberghi, enoteche e altro): che registra un aumento del 5% e supera i 30 milioni.

“E’ chiaro ed evidente come questi due prodotti siano appetibili da organizzazioni a delinquere e da imprenditori senza nessun tipo di scrupolo a cui basta cambiare un’etichetta e storpiare il contenuto per ingannare il consumatore. Per fortuna – spiega Marcelli - gli ottimi risultati dell'attività delle forze dell’ordine confermano l'efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull'inganno. La strada è giusta: bisogna colpire duramente chi inganna il consumatore e il Paese”.

Per contribuire a questa battaglia Coldiretti ha istituito l’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, guidato da Giancarlo Caselli, con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli al fine di smascherare le frodi agroalimentari.