È un vero disastro ambientale per gli amanti del mare, nonché un danno concreto alla biodiversità di un’area dell’Arcipelago Toscano che dovrebbe essere protetta da trent’anni e che finalmente lo sarà tra pochi mesi, purtroppo troppo tardi per undici cernie brune di 'Cerniopoli', vero paradiso dei sub dell’isola di Capraia. I magnifici pesci sono stati sterminati e delle due grandi famiglie che caratterizzavano l’area non restano che quattro esemplari. A darne notizia è Fabio Mazzeri, assessore di Capraia e istruttore subacqueo, a cui si devono anche il nome e la scoperta di quella che lui stesso ha battezzato ‘Cerniopoli’.
L’area a breve avrebbe “finalmente trovato la protezione ufficiale con la nuova zonazione”, che prevede il divieto di pesca. “Abbiamo fatto di tutto per accelerare i tempi – commenta Giampiero Sammuri, presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano – ma non siamo arrivati in tempo. Questo è un danno enorme per l’immagine dell’isola che stiamo cercando di valorizzare con il turismo sostenibile".
“Per 13 anni sono riuscito con grande fatica – continua Mazzei – prima a tenere segreta l’area e poi, diventato il sito più richiesto dal turismo subacqueo, a tutelarlo con le mie forze. Nove anni fa Donatella Bianchi ci volle fare la prima delle 5 puntate di Linea Blu, seguita da Pianeta Mare di Tessa Gelisio. La pubblicità si è rivelata un’arma a doppio taglio, creando invidie e stuzzicando bracconieri e ignoranti. Poi grazie a Sammuri finalmente è iniziato il faticoso percorso di tutela. Ma purtroppo due mesi fa, saputo dell’imminente ufficialità del Parco a mare, si sono impegnati a distruggere Cerniopoli”. Tra le cernie uccise Tina e Gaspare, attrazioni principali del sito: “È rimasto per ora Ugo e altri tre esemplari, ovviamente con caratteri completamente diversi”.
"L’assalto dei bracconieri a Cerniopoli è un atto scellerato contro la bellezza e l’unicità del nostro mare e bisogna fare di tutto per individuare chi lo ha compiuto", lamenta Umberto Mazzantini, responsabile di Legambiente Toscana e consigliere del Parco dell’Arcipelago. "Sterminare e poi far sparire 11 grandi cernie – continua il consigliere – è un gesto che non può passare inosservato e chiediamo a chiunque sappia qualcosa di rivolgersi alle forze dell’ordine”.
Legambiente fa anche notare che “la strage rende ancor più vergognoso che non sia stata ancora istituita l'Area marina protetta prevista dal lontanissimo 1982 e confermata da tutte le leggi successive e negli accordi europei e internazionali sottoscritti dall’Italia. Le miopi opposizioni localistiche, sempre tollerate dai vari governi succedutisi in 33 anni, hanno impedito di realizzare quella grande area protetta della quale l’Arcipelago ha bisogno per impedire che i bracconieri del mare continuino a fare stragi, danneggiando il turismo subacqueo e i pescatori onesti".