Le strutture delle carceri toscane sono in pessime condizioni. L'acqua cade dal tetto a Sollicciano. Sono finiti i lavori al primo e secondo piano dell'istituto di pena di Arezzo, ma hanno dimenticato di ristrutturare il piano terra. A Massa impresa e amministrazione penitenziaria litigano in tribunale sui lavori da fare. E i detenuti vivono stretti come sardine in celle piccolissime. A febbraio ne hanno contati 3.774 contro una capienza di 3.299.
La denuncia viene da Franco Corleone, garante regionale dei diritti delle persone detenute, che ha concluso da poco il suo viaggio in 19 istituti penitenziari. “Come si può intraprendere un percorso di riabilitazione della persona carcerata – si domanda Corleone – quando esistono ancora strutture di questo tipo?”
I casi più eclatanti sono Massa e Arezzo. A Massa il carcere aspetta da dieci anni una nuova sezione detentiva. E' stata costruita una struttura che può ospitare 80 persone, manca però il collaudo. L'impresa costruttice e l'amministrazione penitenziaria hanno però pensato bene di andare davanti al giudice per un contenzioso. E il degrado della nuova struttura non aspetta certo i tempi della giustizia italiana per entrare in azione.
Corleone bolla come “demenziale” il progetto dei lavori al carcere di Arezzo. Qui l'impresa che ristrutturava i locali dal 2010 è fallita e ha lasciato dietro di sé una sorpresa. Primo e secondo piano sono stati rimessi a posto. Il piano terra non è stato toccato. Sarebbe come costruire una casa sul mare dimenticandosi di piantarla sulle palafitte. Nel frattempo le finestre nuove sono state divelte e i piccioni fanno i loro comodi nelle stanze.
Curioso il caso di Pistoia. Il convento dei frati accanto alla casa circondariale ha messo a disposizione degli spazi da destinare ai carcerati in condizione di semilibertà, ma un rimpallo di responsabilità burocratiche sta bloccando tutto. “E il carcerato finisce per vivere la condizione di detenuto come vittima”, chiude Corleone. Alla faccia del principio illuministico della riabilitazione della pena.