Per capire il percorso del vino più pregiato della Toscana bisogna andare indietro nel tempo. Tradizionalmente, infatti, il Chianti era prodotto in provincia di Firenze e a Siena. Nel 1932, si decise di distinguere la produzione della zona originaria con la denominazione, Chianti Classico Gallo Nero.
Ma ancora una volta i produttori di vino hanno voluto porsi nuovi obiettivi, sfidare l'appiattimento della qualità e le insidie del SuperTuscan e lo scorso 17 febbraio hanno creato un nuovo marchio, Chianti Classico Gran Selezione, che sta ad indicare il meglio del meglio del Chianti Classico, l'everest della produzione toscana o, come già è stato definito, un nirvana assoluto del nettare di Bacco.
La differenza la fa soprattutto il tempo di affinamento: il vino d'annata arriva a tavola dodici mesi dopo la vendemmia, la Riserva richiede un affinamento doppio, di ventiquattro mesi, la Gran Selezione, invece, dopo ben 30 mesi. "E' la fascia più alta, ha dichiarato Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio del Chianti Classico - che deve rispondere a regole severe, le uve sono le migliori, il he significa che non possone essere acquistate e assemblate se vengono da poderi diversi".
Come messo in evidenza da Davide Gaeta, AD di Compaby, la società per la promozione del nuovo marchio, il vino c'eccellenza della Toscana crea un giro d'affari di 900 milini di euro e dà da lavorare a circa 1200 persone. Un motivo più che valido per continuare ad investire su un settore di punta del made in Tuscany, che si lega al territorio e alle tradizioni enogastronomiche locali, ormai apprezzate in tutto il mondo.