Cultura/ARTICOLO

Ciak: "The Face of an Angel"Ispirato al libro di Nadeau

Winterbottom: "il film è di pura invenzione e non racconta di Amanda Knox". Ma le analogie con il delitto Kercher ci sono

/ Elisabetta Vagaggini
Mer 18 Dicembre, 2013
Michael Winterbottom sul set di The Face o the Angel

Non sempre la Toscana è una cornice da cartolina per commedie romantiche. E Siena non è sempre la città ideale, come quella immaginata da Luigi Lo Cascio. Nel nuovo film di Michael Winterbottom, The Face of an Angel, vincitore del Fondo Cinema della Regione, è proprio a Siena che una studentessa inglese viene uccisa: un crimine del quale sono accusati la coinquilina americana (interpretata da Cara Delevingne) e il suo fidanzato italiano e sul quale, oltre agli organi di polizia, sta indagando una giornalista americana. L'attenzione mediatica intorno al caso coinvolge anche un regista americano, Thomas (Daniel Bruhl), che viene incaricato di realizzare un film tratto dal libro della giornalista che sta indagando sul fatto di cronaca, Simone Ford (Kate Beckinsale).

I due partono insieme per Siena alla ricerca di spunti per la stesura della sceneggiatura. Nella città toscana Thomas conosce il blogger Edoardo (Valerio Mastandrea) personaggio inquietante che si interessa di efferati omicidi. Thomas, separato dalla moglie e con una figlia che vive a Los Angeles, si lascia pian piano intrappolare dall’atmosfera cupa e misteriosa che avvolge il delitto fino a cadere in una profonda crisi per la decisione che deve prendere: rimanere in Italia per risolvere il caso e scrivere il film o tornare in America da sua figlia?

Il film, come rilevato dalla stampa internazionale, racconta di un caso che ha molte analogie con l'omicidio a Perugia di Meredith Kercher del 2007, e non a caso il titolo richiama quello del libro di Barbie Latza Nadeau, Angel Face - The True Story of Student Killer, che racconta proprio del fatto di cronaca del quale sono stati accusati Amanda Knox e il suo fidanzato italiano.

Ma Winterbottom, a Firenze il 17 e 18 dicembre per girare alcune scene del film, dove ha incontrato la stampa, su questo è categorico: “Il mio – afferma - non è un film sul delitto di Meredith”. E' un film che vuole raccontare di come le persone, in generale, siano più interessate al crimine piuttosto che alle storie d'amore o altre storie. Mi sono ispirato inizialmente al delitto di Meredith, ho seguito in tv e sui giornali il processo in Italia ad Amanda Knox e al suo fidanzato. Ma poi la sceneggiatura del mio film si sviluppa in modo autonomo”.

Le analogie più forti - prosegue – riguardano il fatto che nel mio film, come nel caso di cronaca reale, i media parlino moltissimo della ragazza americana lasciando totalmente in secondo piano la vittima. Altra analogia è che nel film, come nella realtà, si decrive il dolore di un padre e di una famiglia per la perdita di una figlia. E ovviamente l'analogia più forte è quella del fatto di cronaca, molto simile nella finzione a quello reale”.

Ma impossibile strappare a Winterbottom un suo giudizio sul processo che si sta svolgendo proprio in questi giorni (coincidenza o calcolo?) a Firenze sull'omicidio Kercher: “Non bisogna confondere il piano della fiction con la realtà, afferma. Non ho nessuna opinione a riguardo: non sono né innocentista né colpevolista”.

Dopo le riprese in varie location della regione, che si sono svolte in collaborazione con Toscana Film Commission, e il ciak al Battistero di Firenze, la troupe si sposterà a Rimini, dove sono ambientate le scene di Thomas e Simone, in viaggio alle ricerca dei luoghi dove visse Dante Alighieri. Il film sarà pronto il prossimo settembre, forse in tempo per partecipare al Festival di Venezia.