Prosegue il ciclo di conferenze “Firenze prima di Arnolfo”, che sta ottenendo un grande successo di pubblico, con uno degli appuntamenti più attesi quello con Renato Stopani e l’Espansione urbana di Firenze dal XII al XIII secolo, in rapporto con la rivoluzione stradale del Duecento: martedì 25 febbraio 2014, alle ore 17.00 presso il Centro Arte e Cultura dell’Opera (Piazza San Giovanni 7, Firenze), ingresso gratuito senza prenotazione.
Renato Stopani, fiorentino, uno dei massimi studiosi italiani della Via Francigena, autore di decine di saggi, fondatore e direttore dal 1985 del Centro di Studi Romei, parlerà dell’espansione urbana di Firenze a partire dall’Alto Medioevo.
Firenze nei primi decenni dell’XI, ancora compresa entro le mura altomedievali, sostanzialmente coincidenti con la cinta romana, inizia a “gemmarsi” di piccoli agglomerati al di fuori del circuito murario, con una distribuzione che privilegia le aree alle quali fanno capo le principali strade di accesso alla città, eredi delle vie romane.
Si formano così nuovi “borghi” che tuttora sono ricordati dalla toponomastica cittadina: “Borgo San Lorenzo”, da cui partiva l’antica via per Faenza, la “Faentina”; “Borgo di Santa Lucia”, poi detto “Borgo Pidiglioso”, al punto di arrivo della via Cassia, proveniente dal Valdarno superiore; “Borgo Santi Apostoli” e “Borgo San Pancrazio” sul percorso di uscita da Firenze della via Cassia, verso le “stationes” di “Hellana” (Agliana) e “Pistoriae” (Pistoia).
La crescita del tessuto urbano fiorentino proseguirà nel XII secolo, tanto che negli anni 1173-1175 si renderà necessario la costruzione di una nuova cerchia muraria, che abbraccerà un’area tre volte più grande di quella della città romana ed altomedievale, allo scopo di far rientrare entro il perimetro delle mura altri popolosi “borghi” che si erano andati aggregando.
Anche stavolta l’accrescimento non sarà uniforme perché i nuovi agglomerati si formeranno a partire dalle strade che si irradiano dalla città, anche se nel XII secolo era già iniziata una profonda trasformazione della viabilità sia a livello regionale che a più ampi orizzonti.
Ecco allora tra i nuovi agglomerati, il cosiddetto “Borgo di Balla”, dal punto di arrivo dei “torselli” di lana, che si formerà all’inizio della via proveniente da Bologna, che transitava per San Piero a Sieve e superava l’Appennino al Passo dell’Osteria Bruciata; mentre il “Borgo di Piazza” nascerà in corrispondenza del nuovo percorso per Roma: la strada che attraverso la val di Pesa intercetterà in Valdelsa la via Francigena. Altri borghi prenderanno consistenza lungo le vie che da Firenze si dirigevano verso le diverse zone di quel contado su cui nel XII secolo il comune cittadino andava estendendo la sua sovranità.