Al processo per la strage della Costa Concordia è il secondo giorno del comandante Francesco Schettino. Il comandante si difende di fronte al pm Leopizzi che chiede: "Schettino, perché non dette subito l'emergenza generale?". Risposta di Schettino: "Volevo far arrivare la nave più possibile sotto l'isola, altrimenti se avessimo dato i 7 fischi brevi e uno lungo, con le vibrazioni che c'erano state, la gente si sarebbe buttata in acqua" quando Concordia scarrocciava in alto mare dopo l'urto.
"Ho atteso a dare l'emergenza generale" perché "sapevo esattamente i tempi di scarroccio della nave, io conoscevo bene la Concordia, volevo fare in modo che la nave si avvicinasse all'isola e poi allora dare l'emergenza generale. Il danno era ormai fatto. Andava mitigato".
L'INCHINO - Ieri si è difeso sull'inchino al Giglio dicendo: "Non l'ho fatto per fare un favore alla Cemortan", riferendosi al motivo dell'avvicinamento al Giglio che è stato ipotizzato fosse per fare colpo sulla hostess e ballerina moldava Domnica Cemortan.
LA CERMOTAN IN PLANCIA DI COMANDO - Schettino conferma che al momento dell'impatto la moldava era in plancia di comando insieme al maitre Tievoli - a cui Schettino invece volle fare il favore della manovra sotto l'isola -, a Ciro Onorato e altri.
In generale, secondo Schettino, nelle crociere può capitare che gruppi di passeggeri siano ospitati in plancia di comando per osservare la navigazione e le operazioni di governo della nave. "Al massimo è ammessa una dozzina di passeggeri per volta" e "mai nelle navigazioni sotto costa", spiega il comandante.
SCHETTINO: "NON ERO DISTRATTO" - A pochi minuti dal momento dell'impatto Schettino non era distratto, ma fu tratto in inganno dal "mutismo generale" in plancia di comando. L'imputato ha detto di non essersi distratto né per la telefonata che fece al comandante in pensione Mario Palombo "che durò appena 30 secondi" per sapere quanta profondità ci fosse sotto la costa dell'isola, né quando, in plancia, ricordò al comandante in seconda Ciro Ambrosio di mettere il timone manuale mentre la nave procedeva a 15 nodi e mezzo verso l'isola.
IL TIMONIERE MAI SOSTITUITO - Dopo i due errori consecutivi del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin nell'accostata al Giglio, Francesco Schettino non pensò di sostituirlo "perché - spiega l'imputato interrogato in aula - non immaginavo che fossimo in quel punto così vicini all'isola del Giglio, altrimenti l'avrei sostituito". "Mi era capitata una cosa simile a Malta", ricorda Schettino.
IL VIDEO DEI VIGILI DEL FUOCO - Si vede Francesco Schettino, in giacca e cravatta, presso un punto di imbarco su una scialuppa della Costa Concordia in un video dei vigili del fuoco che la procura di Grosseto ha allegato alle nuove prove messe a disposizione del processo e depositate nei giorni scorsi. Schettino è visibile sul ponte esterno della nave insieme ad alcune persone, marinai e passeggeri.