Musica/ARTICOLO
Controradio: dal "garage" al podcast Scommessa sulla musica dal 1976
Intervista a tre colonne portanti della musica in Toscana: Mario Bufano, Marco Imponente e Giuseppe Barone

Controradio Next Wave
Controradio è la storica emittente radiofonica fiorentina nata nel 1975. Costituitasi in cooperativa nel 1976 ha mosso i primi passi come emittente attenta alle culture giovanili e al movimento underground. Ha partecipato al movimento di protesta del '77 e per questo motivo è stata la seconda radio libera in Italia, dopo Radio Alice di Bologna, ad essere chiusa dalla Polizia su ordine della Questura di Firenze. Nell'agosto del 1977 è stata la prima radio in Italia con un programma dedicato alla musica punk fenomeno appena nato in Gran Bretagna. Nel corso degli anni ottanta la radio ha dato spazio alla scena musicale fiorentina d'avanguardia. Controradio inoltre ha organizzato a partire dal 1984 la celebre manifestazione musicale Rock Contest. Siamo andati a intervistare Mario Bufano, Marco Imponente e Giuseppe Barone che ci hanno raccontato come si affronta la sfida di gestire una radio per più di trent’anni.
Com’era lavorare in radio alla fine degli anni Settanta?
Mario Bufano: “La radio è nata in via dell’Orto a San Frediano nel ’77. All’inizio era ruspantissima, molto naif, spontanea. L’allestimento della sede era spartano, la sede in via dell’Orto era un piccolo garage con un bandone che tutte le mattine veniva tirato su dal primo che arrivava con relativo effetto sonoro e tutte le notti molto tardi veniva tirato giù dall’ultimo che andava via. Era un fondo con un vecchio divano pulcioso. Ci giravano tante persone nel ’77 durante la lunghissima occupazione studentesca, in moltissimi erano interessati a partecipare. C’era un nucleo ristretto formato da una quindicina di persone ma chi voleva poteva chiedere uno spazio per fare un programma su quello che voleva. La radio rifletteva il periodo, era molto anarchica, c’erano tentativi di strutturarla ma era di fatto autogestita. Non c'era un format, era una radio a cassetti, solo un programma dopo l’altro. Non c’era un conduttore che gestiva una fascia oraria. La prima idea di palinsesto strutturato arriva nell’82. Il 77 era il periodo della creatività al potere. La maggior parte delle persone provenivano da un gruppo extraparlamentare che si chiamava Lotta continua che aveva una forte matrice ideologica, ma non solo, aveva anche una forte motivazione culturale sul tipo di radio Alice a Bologna. Lotta continua non era Potere operaio che portava avanti la lotta per portare il proletariato al governo del paese. Eravamo molto creativi, ci interessava il lato politico ovviamente, tutto il discorso della contro informazione sull’onda del libro “Informazione e controinformazione” di Pio Baldelli che è stato per 25 anni il Direttore responsabile della radio. Ma c’era anche la volontà di fare cultura indipendente, controcultura e la musica ha avuto subito una grande importanza. Nelle radio dove prevaleva la passione ideologica la musica era accessoria. In questo senso Controradio si è distinta per ave fatto un lavoro importante per la musica in città.”
Arriviamo così agli anni ottanta, un decennio importante ed esaltante per la musica a Firenze, con la nascita di gruppi come Litfiba, Diaframma che hanno fatto della città un centro importante per la musica a livello nazionale
Marco Imponente: “Controradio all’inizio era una cooperativa, nell’82 la cooperativa fallì per problemi economici e nacque la nuova Controradio che arriva fino ad oggi come SRL. La parte più politicizzata se n’è andata ed è rimasta una struttura che è sempre legata ai temi della politica, dell’informazione e della musica ma con un tono diverso. Negli anni ottanta a Firenze con l’arrivo della New Wave c’è stato il così detto “Rinascimento rock”che nacque nelle cantine, perché ancora gli studi di registrazione non esistevano. Questo fermento musicale si rifaceva a quello che stava accadendo in giro per l’Europa. Controradio ha contribuito a far nascere questa nuova ondata di band perché la musica della radio era quella a cui si ispiravano questi gruppi. Tra l'altro la prima radio dove potevano far ascoltare al pubblico la loro musica era proprio Controradio che era per loro il primo amplificatore, era un’osmosi perfetta. C’era una trasmissione mitica “L’eco della palude” di Pino di Salvo che ospitava sempre i gruppi fiorentini, Federico Fiumani, Piero Pelù. In questo periodo i gruppi e la radio sono andati di pari passo. Alcuni di loro sono partiti da Firenze e hanno raggiunto un livello nazionale, alcuni sono arrivati fino ad oggi. La radio aveva un ruolo “seminale”, in più faceva da collettore anche per i fan. In quegli anni si andava in un locale, il Tenax, dove le persone venivano da tutta Italia per ascoltare e ballare il rock che era allora una novità assoluta. Guarda caso anche il Tenax l’ha aperto Controradio. Era un meccanismo circolare, c’era la produzione musicale, la radio, il locale dove si faceva musica. Tutto contribuiva a creare un ‘circolo virtuoso’ che è durato un bel po’ a Firenze.”
A adesso di questo meccanismo cosa rimane?
Marco Imponente: “Ovviamente pensare che una cosa prosegua per sempre è impossibile. Gli anni ottanta sono finiti, poi sono arrivati gli anni novanta con altri tipi di musica. Firenze dopo gli anni '80 non ha avuto stelle che rifulgevano in giro per l’Italia, ma la radio ha continuato a cercare nuovi talenti con il Rock Contest che nasce nell’84. Il concorso poi si è fermato per cinque anni alla fine degli anni novanta, ma prosegue ancora oggi. Il Rock Contest ha funzionato bene negli ultimi dieci anni, non lo diciamo noi ma lo dicono i numeri dei gruppi che partecipano. Fanno dischi, vanno ai festival in Europa”.
Giuseppe Barone: “I gruppi del Rock Contest ormai sono sui giornali. Firenze negli anni ’90 ha vissuto un periodo buio. In realtà anche in quel decennio c’erano gruppi che suonavano ma il Rock Contest era in una fase ‘debole'. Il rilancio vero e proprio è stato nel 2001, e poi quando è diventato nazionale nel 2005. In quel periodo c'era mancanza di interazione tra le realtà produttive. Ora Firenze è di nuovo al centro della scena musicale nazionale, il Rock Contest ha di nuovo la sua funzione di ‘catalizzatore’ e coordinamento per le nuove proposte musicali. I nomi noti sono quelli di Offlaga Disco Pax, Samuel Katarro (ora King of The Opera), Blue Willa e molti altri. Tutti quelli che passano dal Rock Contest poi fanno parlare di sè chi più, chi meno. Prima per anni c’è stato il vuoto.”
Da appassionata di musica ho l'impressione che ogni anno il Rock Contest riesca perfettamente a intercettare il genere musicale che “va di moda” quell’anno
Giuseppe Barone: “Sì è vero, il Rock Contest è un concorso perché la gara è sempre appassionante e motivante per i gruppi e per il pubblico. In realtà però di fatto è una rassegna che vuole essere una fotografia di quello che succede quell’anno nella musica in Italia. Cerchiamo in tutti i modi di rispecchiare quello che sta succedendo e quindi forse anticipiamo quelle che sono le tendenze della musica.
Dal 2013 avete fatto un passo in più decidendo di occuparvi anche di produzione musicale grazie a un accordo con Audioglobe, è nata l’etichetta discografica Rock Contest Records
Giuseppe Barone: “Il problema è questo, a volte si dice che c’è una crisi della musica, in realtà come diceva Ernesto de Pascale di musica se ne fa tantissima, c’è una crisi delle strutture di vendita e produzione discografica. E' successo spesso che in questo momento di carenza strutturale abbiamo scoperto dei gruppi che riuscivano da soli a produrre musica fatta bene, compiuta e coerente, ma a cui mancava uno sbocco produttivo. A quel punto abbiamo deciso di fare noi un passo in più per aiutarli.”
Marco Imponente: ”Diciamo che se un gruppo arriva in fondo al Rock Contest va premiato perché ha superato tante selezioni, ha passato giurie importanti. Quindi ha un valore intrinseco, sono musicisti che sono giovanissimi com’è normale, ma già validi. L’età dei partecipanti è sotto i vent’anni e spesso a un gruppo manca il supporto che serve per fare il ‘salto’. Noi cerchiamo di colmare questo gap, di essere per loro una guida per fare un disco, produrlo, trovare la distribuzione, scegliere un management per farli suonare. E' un’evoluzione abbastanza recente del Rock Contest, adesso facciamo un passo ulteriore per indirizzare i gruppi nella produzione del cd che spesso è la base da cui si parte per iniziare a fare concerti, essere promossi in radio.”
Giuseppe Barone: “Tutto questo può velocizzare tantissimo la fase iniziale del gruppo. Facciamo l’esempio dei Violacida che è il primo gruppo con cui abbiamo iniziato questa nuova avventura. Loro erano finalisti al Rock Contest due anni fa. Hanno registrato il loro primo disco in autonomia con Manuele Fusaroli (Zen Circus, Le luci della centrale elettrica) ce l’hanno proposto e noi abbiamo trovato la distribuzione Audioglobe, un management, un ufficio stampa. Adesso i Violacida sono in tour in tutta Italia, Rockit li ha citati tra le dieci sorprese dell’anno, stanno avendo ottime recensioni. Il prossimo disco partirà da una posizione già consolidata. Probabilmente senza il nostro aiuto gli sarebbe servito più tempo.”
Marco Imponente: “Grazie ai nostri sponsor cioè la Regione Toscana e il Comune di Firenze il gruppo non spende niente dall’inizio fino alla fine. Cosa che sembra banale ma non lo è. Per il Rock Contest per esempio diamo sempre i rimborsi ai gruppi che vengono da fuori a suonare. E’ una cosa a cui teniamo molto perché pensiamo che chi abbia delle buone idee non debba pagare per realizzarle.”
Ho l’impressione che negli ultimi anni a Firenze si siano moltiplicati gli spazi e le occasioni per suonare e ascoltare musica, ma secondo voi cosa manca ancora a Firenze?
Marco Imponente: “Sicuramente sono rinati tanti locali, il più importante resta la Flog, gli altri sono più piccoli ma la proposta è sempre di qualità: il Tender, il Glue, il Viper. Quello che manca per me è la formula del festival. Non so se ti ricordi “Station su station” che è stato fatto per tre anni alla Leopolda e per due anni al Mandela Forum. Era un festival multidisciplinare, c’era una grandissima programmazione di concerti che andava dai gruppi emergenti, fino agli ospiti più importanti. Un meccanismo che è stato ripreso in parte dal Festival della creatività. Sennò ci sono i grandi eventi sporadici come Bruce Springsteen allo Stadio. Ecco manca un festival che possa proporre il grande nome affiancandogli il gruppo emergente, quello che in grande fa il Primavera Sound di Barcellona per intendersi."
Giuseppe Barone: “Un evento del genere a Firenze potrebbe mettere a frutto un legame tra le strutture ricettive. Un concerto di un giorno non porta gran che alla città. Per il Primavera Sound la città di Barcellona viene invasa per una settimana da giovani che vengono da tutta Europa.”
Marco Imponente: “E’ un meccanismo, servono delle risorse ma se riesci a far partire la macchina muovi l’economia, spendi soldi che poi ti ritornano. E’ un sistema che si autogenera, basterebbe che ci fosse una scintilla iniziale. Poi noi siamo a Firenze questo è un valore aggiunto. Certo il turismo qui non manca, ma quello mosso dalla musica è un altro tipo di turismo. La Regione Toscana sta facendo una politica che tende a fare rete e questo è sicuramente importante. Il festival potrebbe essere l’unione di tante cose che già accadono. Ci sono molti operatori in Toscana, sarebbe bello se riuscissero a mettersi insieme. Ma è una cosa quasi impossibile.”
Com’è cambiata la radio da quando avete iniziato?
Marco Imponente: ““Lo spirito che l’ha animata all’inizio, quello di fare una radio dove venisse valorizzata la creatività senza essere imbrigliati in meccanismi aziendali è rimasto. Ovviamente i tempi sono cambiati siamo nel 2014 non nel ’77. C’è la voglia di uscire anche fuori dalla radio facendo tante altre cose come il Rock Contest, il Videominuto, iniziative sull’arte, seguire in diretta quello che accade in città. E’ cambiata la struttura, oggi giorno non si può più avere una radio se non è un’azienda. Controradio ha dei costi molto forti e impiega molto personale. Purtroppo la crisi è arrivata e abbiamo dovuto tagliare, ridimensionarla, per avere la possibilità di farla sopravvivere. Una SRL dovrebbe essere un’azienda che fa utili, non è mai successo. Negli ultimi anni purtroppo i bilanci sono stati negativi e quindi c’è stata da una parte una ricapitalizzazione da parte dei soci, dall’altra l’aiuto importante degli ascoltatori tramite il Controradio club che è una forma importante di partecipazione. Gli ascoltatori contribuiscono a far sì che la radio viva associandosi. E’ una radio sempre vivace che si scontra col fatto di essere comunque un’azienda con un bilancio e dei conti che devono tornare.”
Giuseppe Barone: “Poi c’è una difficoltà in più, vent'anni fa l’utenza era divisa in macro gruppi, per esempio i dark, i paninari. Era più facile individuare un pubblico di riferimento. Ora la proposta musicale è frazionata in centinaia di sotto generi, per cui Controradio non può più fare una scelta monocorde come negli anni ’80 dove si trasmetteva solo il dark. In quegli anni c'era un pubblico generazionalmente affine, ora quello della radio è un pubblico molto più eterogeneo sia per fasce d’età che per generi musicali, quindi la sfida è cercare di fare una proposta musicale che tenga tutto insieme, che unisca gli ascoltatori invece di dividerli. “
Marco Imponente: “La novità dell’ultimo minuto sono i social media. La radio per fortuna si sposa bene con facebook, twitter. Questa è un’integrazione che stiamo cercando di incrementare. La radio è un flusso ma in realtà con internet si può recuperare tutto tramite podcast e questo è un elemento importante su cui stiamo lavorando.”
Nel febbraio 2011 è scomparso Ernesto de Pascale (conduttore radiofonico, giornalista e musicista), vorrei chiudere l’intervista chiedendovi un vostro ricordo di questo personaggio così importante per Firenze
Marco Imponente: “Quando siamo andati al funerale c’erano persone che venivano da tutta Italia, c’è stato il messaggio di Renzo Arbore, il saluto dei produttori che avevano lavorato con lui in Rai. Ernesto era di casa a Controradio. La sua trasmissione Il Popolo del Blues è entrata nella leggenda. Ernesto è stato importantissimo anche per il Rock Contest, era Presidente di giuria, ha contribuito molto a farlo crescere a livello nazionale”
Giuseppe Barone: “Ernesto era un amico, prima che un collega. La struttura del Rock Contest la dobbiamo anche a lui. La sua presenza aleggia tutte le volte che si riunisce la giuria e si selezionano i demo anche grazie a una grande foto che è sempre appesa nella stanza. Tra l’altro in anni in cui non ci si pensava lui ha sempre avuto un particolare attenzione per il cantato in italiano. In anni in cui tutto l’underground italiano era anglofono. Aveva ragione con questa sfida perché poi sono venuti fuori i vari Dente, Brunori Sas e tutta la nuova scia di cantautori italiani. Abbiamo deciso di ricordarlo con un premio speciale all’interno del Rock Contest per la migliore canzone con testo in italiano che è appunto il premio Ernesto De Pascale già giunto alla terza edizione con testimonial come Dente, Dario Brunori e Mauro Ermanno Giovanardi. Tutto per continuare una tradizione che ci sembra importante anche perché oggi un musicista che canta in italiano ha più facilità sul mercato se usa la lingua che parla tutti i giorni".