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Convegno sulla lana rustica Verso un tessile sostenibile

L'appuntamento domani, 25 marzo, a Palazzo Incontri a Firenze. L'idea è costruire una filiera del settore secondo i canoni di un'economia tracciabile

/ Redazione
Mar 25 Marzo, 2014
lana rustica

Valorizzare la lana rustica italiana nella prospettiva di una filiera nazionale del tessile sostenibile. Creare un forte appeal sul mercato partendo da un fatturato di 450 milioni, di cui 27 provenienti dalla Toscana. Questo l'obiettivo del convegno che si tiene domani, martedì 25 marzo, a Palazzo Incontri a Firenze. Il materiale in questione è un tipo di lana più rustica rispetto alle lane importate dall’estero. Ha fibre dal micronaggio più alto, ma presenta importanti punti di forza: buone caratteristiche tecniche e un utilizzo interamente tracciabile.

“Vogliamo dimostrare - sottolinea il professor Giampiero Maracchi, della Fondazione per il clima e la sostenibilità (Fcs) – che il tessile sostenibile può essere veicolo di progresso e innovazione, tutela ambientale, valorizzazione del territorio e delle sue risorse naturali, sostegno del mestiere artigiano con piena soddisfazione dell’utente finale. Nella fase finale del progetto sono state coinvolte alcune realtà manifatturiere locali alle quali è stata chiesta una prototipazione di prodotti tessili che valorizzassero proprio tali tessuti. Artigiani, aziende storiche, stilisti e giovani designer, attenti ai principi della sostenibilità, hanno così sperimentato i tessuti in lana toscana nella creazione e realizzazione di capi di abbigliamento, accessori moda, gioielli e complementi d’arredo’’.

La Toscana produce circa 500 tonnellate di lane sudicie, di cui quasi il 75-80% di tipo sardo, ma solo il 65–70 % trova al momento uno sbocco nell’export. Il resto La quota restante non trova canali commerciali remunerativi. Per valutare la possibilità di un utilizzo di questa lana è stata incaricata una società privata con sede nel distretto tessile di Prato, la RS, con un know-how quarantennale nel campo della ricerca e del trasferimento tecnologico in ambito tessile e abbigliamento. Dopo oltre due anni di prove tecniche su scala semindustriale, sono stati ottenuti primi risultati che costituiscono una vera novità nel campo.