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Crisi, la Toscana rialza la testaTrend positivo delle esportazioni

La nostra regione resiste alla crisi meglio di altri, ma la situazione è allarmante: i disoccupati sono 150mila, di cui 50mila giovani. Una cosa mai accaduta prima

/ Redazione
Mar 10 Giugno, 2014
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La Toscana si trova in una palude recessiva, ma sta meglio di altre regioni italiane. Compaiono qua e là dei punti d'appoggio, ma sembra ancora troppo presto per rialzarsi. Nel 2013 il Pil è sceso dell'1,4%, sempre meno dell'Italia che ha perso l'1,9%. I disoccupati sono esplosi raggiungendo quota 150mila, l'equivalente dell'8,7 per cento.

Di questi, 50mila sono giovani, cosa mai accaduta prima, a cui vanno aggiunti i 30mila giovani che non studiano né lavorano. Manca la domanda interna, i consumi delle famiglie diminuiscono e la spesa pubblica è ferma. Questo il quadro generale che emerge dal rapporto congiunto di Irpet e Unioncamere Toscana sull'anno scorso con un tentativo di previsioni per il biennio 2014-2015.

BENE LE ESPORTAZIONI - Di luce in fondo al tunnel è meglio non parlare, le esportazioni però fanno ben sperare con un balzo del 16,6% dal 2008 a oggi, il più alto tra le regioni italiane. Un piccolo traino è costituito dalle tremila imprese che sanno aggredire il mercato estero e che crescono nonostante la crisi. Sono aziende medio-grandi, ma anche piccole, che spaziano dal settore farmaceutico alla pelletteria, dall'hi-tech  all'agroalimentare, fino alla meccanica, chimica, moda. La crisi comunque rimane profonda, strutturale. Prima o poi finirà, si accenna al 2015. Certo che è quando ne usciremo, niente sarà più come prima.

UN PO' MENO PESSIMISTI – La situazione è sempre negativa, ma il peggioramento è meno marcato rispetto al biennio precedente. Queste le aspettative degli imprenditori toscani che forniscono un marcato cambio di percezione rispetto alla situazione corrente. Il miglioramento rilevato, per quanto diffuso, è tuttavia molto graduale, e la quota di "pessimisti", sebbene in arretramento, è ancora prevalente.

UN 2014 NON IN PERDITA - Il 2014 sarà un anno di stagnazione, ma senza perdite. Ci sono forze che che tirano giù e altre che soffiano verso l'alto. Da un lato la domanda interna è ancora in flessione, dall'altro la domanda estera ancora in espansione. La vera ripresa sembrerebbe dunque rimandata al 2015 quando ci si attende una crescita del Pil attorno all'1,3%. Importante è ridare fiato e fiducia all'economia.

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