Si apre oggi, 7 agosto, a Palazzo Medici Riccardi di Firenze la mostra “Il Cristo del Mantegna e oltre" di Alessandra Borsetti Venier e Carlo Fabre, che proietta il visitatore “oltre” il capolavoro del Mantegna, ricostruendo lo spazio scenico intorno alla figura del Cristo morto, attraverso il teatro e la fotografia.
A Borsetti & Fabre è servito un lungo lavoro, durato dal 1985 al 1986, per realizzare diciannove set diversi che riuscissero a riprodurre il pathos e la compressione del quadro del Mantegna. Il pittore tendeva a disporre le sue figure come personaggi attivi in una scena aperta.
La figura del Cristo segue l’osservatore in ogni suo spostamento, creando una percezione di spazialità circolare attorno al corpo disteso, dove soltanto pochi cenni rivelano l’ambiente in cui si svolge la scena. Borsetti & Fabre hanno ricostruito proprio quell’ambiente “fuori scena”, realizzando una situazione teatrale per consentire all’osservatore “coinvolto” di curiosare nello spazio scenico tra le figure dolenti, riunite attorno al corpo del Cristo.
Il risultato sono diciannove fotografie che permettono di partecipare alla deposizione del Cristo da angolature diverse, per scoprire quello che non fu rappresentato nell’opera originale. In questo modo, ogni immagine appare come un nuovo quadro del Mantegna, rispettandone l’illuminazione e l’atmosfera. La forma d’arte multimediale espressa in questa mostra non ha precedenti e rappresenta un unicum nella storia dell’arte.
Cultura/ARTICOLO
Cristo Morto di Mantegna Firenze, mostra-viaggio nell'opera
L'esposizione a Palazzo Medici Riccardi tra teatro e fotografia

1 Mantegna – Come il quadro