Troia è caduta e persino gli dèi hanno abbandonato la città. Sulla scena restano solo le vittime: le spose rimaste vedove, le madri che hanno perso i figli, le giovani destinate a diventare schiave. “Le Troiane” di Euripide è la tragedia più moderna del teatro greco, dove la parola viene data non ai vincitori ma ai vinti, donne che subiscono una violenza di cui non hanno colpa, che discende dalle decisioni e delle azioni non loro, ma dei loro uomini.
Per questo il regista Giancarlo Cautereccio ha scelto proprio questa opera per realizzare “Crash Trōades”, un testo di denuncia contro il femminicidio che sabato 13 luglio sarà allestito in uno scenario tanto inusuale quanto significativo: il nuovo ingresso dell’Ospedale di Careggi a Firenze.
Qui le eroine tragiche di Euripide, capitanate dalla regina Ecuba, incontreranno nell’epilogo un coro speciale: 150 donne della società civile, artiste e studentesse, casalinghe e dottoresse, che invaderanno lo spazio scenico per ricordare i nomi delle vittime italiane del femminicidio, un termine che può non piacere ma che nasce per descrivere un fenomeno che non può assolutamente essere ignorato. Negli ultimi due anni nel nostro paese sono state uccise per mano di uomini 173 donne, nella maggior parte dei casi morte tra le pareti della loro casa, per mano di un familiare o di un compagno. Numeri che spaventano, ancora di più quando cerchiamo di andare oltre il dato statistico e pensiamo a queste 173 persone, le immaginiamo una per una: i loro visi, le loro storie, tutti gli affetti che hanno lasciato dietro di loro.
La tragedia di Andromaca e Cassandra trascende i secoli e arriva a parlarci dell’insensatezza della violenza dei nostri giorni: così nel testo di “Crash Trōades” si fondono le parole di “Cecenia” di Anna Politkovskaja e di Yolande Mukagasana, che racconta il massacro dei Tutsi in Rwanda. “Questo ponte lanciato tra i secoli, tra il mito e la realtà, ci fa capire che Troia continuerà a subire assedi, in altri luoghi e in altri tempi – spiega il regista Cauteruccio – a Careggi le interpreti saranno a diretto contatto con il pubblico e i nomi dei personaggi della tragedia si confonderanno con quelli delle vittime del femminicidio, in un’azione che mette le attrici e il pubblico in un solo campo profughi, in una sola trincea.”
Lo spettacolo si terrà alle ore 22 a ingresso libero, fino ad esaurimento posti.
Per informazioni: www.teatrostudiokrypton.it