“Leviathan”, uno dei più temibili predatori marini fino ad oggi conosciuti, è un parente alla lontana dell’attuale capodoglio (“Physeter macrocephalus”) con il quale condivide le dimensioni gigantesche - intorno a 15 metri - e il grande spermaceto sopra la testa.
Il reperto è stato scoperto nel deserto costiero del Perù, a 35 km sud-est dalla città di Ica, in sedimenti di 12-13 milioni di anni fa. Sono stati ritrovati il cranio, lungo tre metri, la mandibola e diversi denti lunghi quasi 40 centimetri.
Diversamente dal capodoglio, “Leviathan” aveva una batteria di denti completa: 18 nella mascella superiore e 22 in quella inferiore. Era pertanto un feroce predatore che afferrava e immobilizzava la preda con i grossi denti e ne stappava le carni a morsi, nello stesso modo dell’attuale orca (“Orcinus orca”). Niente a che vedere con il capodoglio che ha perso i denti superiori e si nutre prevalentemente aspirando a bocca aperta polpi e calamari.
Confrontato con altri grandi predatori del passato, “Leviathan” non sembra avere molti rivali alla sua altezza, sia in terra che in mare. Basti pensare che il cranio del Tirannosauro raggiungeva al massimo la metà della lunghezza di quello del Leviatano.
L’incredibile scoperta effettuata dal professor Bianucci e dai suoi collaboratori è il frutto di una lunga cooperazione internazionale, con ricerche sparse un po’ in tutto il mondo, dall’Africa al Sud America.
La scoperta di mostri marini come “Leviathan” apre nuovi quesiti sull'evoluzione delle specie marine. Interrogativi che forse potranno trovare risposta nel deserto peruviano.