Arriva dal dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Università di Pisa una nuova soluzione per gestire i materiali radioattivi: è stato appena concluso il collaudo sperimentali di contenitori per lo stoccaggio e l'inglobamento di materiali radioattivi a bassa attività, finanziato da Ansaldo Nucleare. I test sono stati effettuati principalmente presso il Laboratorio Scalbatraio, l'unico centro in Italia per la qualificazione di contenitori per materiali radioattivi.
"A seguito della validazione che abbiamo effettuato - ha spiegato il responsabile scientifico del progetto, Donato Aquaro - e dell'approvazione da parte dell'ente di sicurezza dell'Ispra, saranno costruiti circa 2mila esemplari presso il centro di ricerche della Commissione europea Jrc a Varese per inglobare e stoccare rifiuti radioattivi".
I test sono stati effettuati su cinque contenitori di forma prismatica con un volume di circa 4 metri cubi al cui interno sono previsti o basket cilindrici per l'alloggiamento di fusti cilindrici o basket prismatici per stoccare componenti sfusi quali pompe, valvole, tubazioni, materiale lapideo e altro. Entrambi i tipi di rifiuti sono stati quindi inglobati in una malta cementizia a elevata fluidità e resistenza.
I collaudi sono stati numerosi: inglobamento di rifiuti nella malta con una ricetta realizzata al laboratorio Scalbatraio, test di caduta libera, prova termica in forno a 800 gradi per mezz'ora per simulare un incendio. Quest'ultimo test è stato preceduto da una prova su un modello in scala ridotta presso il laboratorio con l'assistenza di una squadra di vigili del fuoco e serviva a garantire che il bitume presente nei fusti di un contenitore non raggiungesse la temperatura di autocombustione, ovvero i 250 gradi.