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Defibrillatore "buono" per risonanzaImpiantato all'ospedale San Donato

E' stato messo in un paziente di 62 anni affetto da cardiopatia ischemica. Grande attenzione del mondo scientifico nazionale per l'adozione di questo nuovo defibrillatore ad Arezzo

/ Redazione
Lun 9 Giugno, 2014
medici sanità salute

Ad Arezzo è stato impiantato il primo defibrillatore compatibile con la risonanza magnetica ad alta risoluzione in un paziente di 62 anni affetto da cardiopatia ischemica. L'operazione è stata realizzata con successo all’Unità di Aritmologia Interventistica dell'ospedale San Donato. L’impianto si chiama “Iforia® 5 VRT DX”. 

"La novità principale - dichiara Pasquale Notarstefano, responsabile dell'Aritmologia Interventistica – sta nel fatto che con questo nuovo dispositivo non è preclusa l’effettuazione di scansioni di Risonanza Magnetica anche ad altissima risoluzione: a 3 Tesla con esclusione del distretto toracico, oltre che a scansioni a 1,5 Tesla in tutto il corpo”. 

“I dispositivi come quello in questione, noti come “RM compatibili” sono in realtà piu’ correttamente definiti dalle società scientifiche “RM conditional”, termine anglosassone – spiega ancora Notarstefano – utile a sottolineare il concetto che i pazienti che ne sono portatori possono con sicurezza sottoporsi a Risonanza Magnetica. Ovviamente a patto che venga rispettata una serie di condizioni che riguardano sia il paziente che il tipo di risonanza e il tipo di dispositivo impiantabile. La prescrizione di una risonanza magnetica a portatori di dispositivi cardiaci resta una scelta da non fare “a cuor leggero” e indiscriminatamente".

"Tuttavia, l’avere a disposizione dispositivi certificati dall’azienda produttrice come sicuri anche in presenza di un forte campo magnetico, è sicuramente un ulteriore passo avanti nella tecnologia - conclude Notarstefano -, che consentirà di non escludere a priori la possibilità di eseguire questo potente esame diagnostico nei casi in cui la risonanza magnetica è necessaria e non sostituibile da altre diagnostiche”.

Muoiono ogni anno per cause cardiovascolari 36  persone ogni 10.000 abitanti: di queste il 63% sono morti improvvise causate o associate ad aritmie ventricolari. Ora c’è grande interesse ed attenzione nel mondo sanitario, scientifico e di tecnologie biomedicali, per l’adozione presso l’ospedale aretino di questo nuovo defibrillatore.