Sempre più italiani decidono di investire i propri risparmi e di sottoscrivere assicurazioni destinate alla protezione di sé e dei propri cari, le cosiddette polizze vita. Questo tipo di assicurazione prevede che la compagnia con cui si è stipulato il contratto si impegni ad erogare al beneficiario, a fronte del pagamento di un premio, una determinata somma di denaro, in seguito a un problema di salute dell’assicurato o di un suo famigliare.
Come per le assicurazioni automobilistiche, ci sono numerose compagnie che offrono polizze sulla vita. La scelta è ampia e confrontando le varie offerte sicuramente si può trovare quella più adatta alle proprie necessità. Ricordiamo che esistono principalmente tre tipologie di assicurazioni sulla vita: le polizze vita miste, le polizze vita caso vita e le polizze vita caso morte.
Le polizze vita caso vita prevedono che alla loro scadenza sia erogato al beneficiario un capitale oppure una pensione integrativa. Nel malaugurato caso di morte del beneficiario, agli eredi verrà versato il cumulo dei premi erogati fino al momento del decesso dell’assicurato. Questo tipo di polizza è indicata principalmente a coloro che vogliono garantirsi una pensione integrativa.
Le polizze vita caso morte, invece, prevedono che la compagnia versi un certo capitale al beneficiario dell’assicurazione, qualora il contraente muoia improvvisamente. Nel caso in cui alla scadenza del contratto l’assicurato sia ancora in vita, la compagnia non è tenuta a versare nulla. Questa polizza è solitamente scelta da chi vuole garantire ai propri famigliari una certa serenità economica in seguito al proprio decesso, soprattutto nel caso in cui l’assicurato provveda in maniera sostanziale al mantenimento dei propri cari, oppure quando siano in corso mutui sulla casa o debiti di altro genere.
Le polizze vita miste, infine, prevedono che al beneficiario sia corrisposto il pagamento di una somma sia in caso di morte dell’assicurato che in caso questi sia in vita al momento della scadenza del contratto. In quest’ultimo caso la compagna può versare la somma prevista in un’unica soluzione oppure come rendita vitalizia. I rischi solitamente contemplati in questo tipo di polizza sono l’infortunio, la malattia e l’invalidità.
Con il decreto legge n. 102 del 2013 il governo ha abolito l’Imu sulla prima casa. Questa decisione è stata presa prevedendo una copertura finanziaria che sarebbe derivata dalla riduzione delle detrazioni Irpef. Tra i tagli alle detrazioni, l’articolo 12 del decreto legge in questione prevede che siano tagliate anche le detrazioni per le polizze vita, con un effetto retroattivo a partire dal 2013.
Il taglio viene effettuato dimezzando la detrazioni dei premi versati per le assicurazioni che hanno per oggetto il rischio di morte o l’invalidità permanente dell’assicurato. Infatti il tetto massimo per le detrazioni passa da 1291,34 euro a 630 euro per le imposte fino al 31 dicembre 2013 e scende a 230 nel 2014.
Il decreto ora è in fase di conversione in legge e in Parlamento si stanno effettuando delle modifiche, tra cui una proprio sul comma 12. La norma, infatti, aveva suscitato molte discussioni perché in aperto contrasto con lo Statuto del Contribuente, che vieta espressamente di emettere disposizioni di carattere retroattivo, in virtù del principio di collaborazione e trasparenza tra istituzioni e contribuenti.
In particolare, la riduzione delle detrazioni fiscali riguarda diverse tipologie di contratti: le polizze vita caso morte e caso vita, quindi quelle per le quali è prevista l’erogazione del premio sia in caso di morte che di permanenza in vita del contraente. Sono comprese anche le polizze vita per il rischio di invalidità permanente, causata da malattie o infortuni; quelle per il rischio di non autosufficienza nello svolgimento delle azioni quotidiane; e infine quelle sottoscritte entro il 31 dicembre 2000.
Dal taglio sarebbero esclusi i contributi e i premi versati per il cosiddetto “Fondo pensione”, ossia le forme pensionistiche integrative, e in contributi di assistenza sanitaria integrativa, che rimangono deducibili dal 730 fino al un massimo di 3615,20 euro.
Con le modifiche passate che dovranno essere votate in Parlamento, invece, si stabilisce che, a meno di ulteriori modifiche alla Legge di Stabilità, le detrazioni fiscali per le polizze vita rimangano al 19%, per un massimo di 630 euro nel 2013 e di 530 euro nel 2014. Evidentemente la cifra inizialmente prevista dal decreto legge, 230 euro nel 2014, è stata giudicata troppo bassa.
Le modifiche, qualora approvate, potrebbero essere finanziate con la soppressione della deducibilità della quota dei premi rc auto destinata al Servizio sanitario.
Attualità/ARTICOLO
Detrazioni 730, polizze vita Aumenta la soglia massima
Modifiche in corso per il decreto legge sulla Pubblica Amministrazione del 2013. Le detrazioni dal 730 per le polizze vita saranno più alte del previsto

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