Era stato rinvenuto la scorsa estate in seguito agli scavi realizzati a Terranuova Bracciolini e adesso il fossile di Mammuthus meridionalis è visibile a tutti, nel laboratorio di restauro allestito a San Giovanni Valdarno e curato da Antonella Aquiloni.
Sarà infatti possibile vedere da vicino - in via eccezionale - il reperto di elefante nei giorni 3 e 25 febbraio (al costo di 3 euro). Le risorse saranno destinate a finanziare il restauro nella sua totalità.
Aquiloni - con un paziente lavoro di ripulitura - sta facendo emergere la superficie ossea del cranio e l’avorio delle difese. Queste ultime, molto fragili e compromesse dalla permanenza nel terreno da almeno 1,5 milioni di anni, hanno particolarmente bisogno di essere consolidate con specifici prodotti chimici. Durante questo “scavo in laboratorio” è venuto in luce un altro osso, una scapola di cervide, che giaceva nei sedimenti dell’antico torrente che inglobavano anche il cranio di Mammuthus.
Nel corso di un recente incontro tra la Soprintendenza di Siena, l’Accademia Valdarnese del Poggio e l’Università di Firenze è poi stato valuto l’impegno necessario per concludere il restauro e sono state discusse le soluzioni tecniche per affrontare il trasferimento dell’ingombrante cranio fossile al Museo Paleontologico di Montevarchi dove sarà musealizzato.
Nel frattempo - per il reperimento dei fondi utili al restauro - sta proseguendo la campagna “S.O.S. Mammuthus. Aspetta il tuo aiuto da oltre un milione di anni”: grazie all’aiuto di molti è stato possibile coprire una parte delle spese sostenute per lo scavo. Le ulteriori risorse occorrenti saranno reperite attivando anche campagne di crowdfunding e organizzando eventi e visite guidate al laboratorio, per gruppi e per scuole.
Info: Museo Paleontologico di Montevarchi, tel 055-981227 (ore 9-13).