Continua anche nel primo trimestre del 2013 la crisi dell’artigianato toscano, con un calo dell’1% del fatturato, ma l’intensità della caduta è inferiore rispetto allo stesso periodo del 2012. Questi i risultati dell’indagine di Cna Toscana, presentata ieri a Firenze: il monte-fatturato dell’economia artigiana è pari a 3,14 miliardi di euro, un risultato ragguardevole, soprattutto se si tiene conto del fatto che dall’inizio della crisi hanno chiuso quasi 7mila aziende. Non si può quindi parlare di recupero e neanche d’inversione positiva del ciclo, ma si può sperare che l’artigianato toscano abbia superato il punto di “minimo”.
“Le nostre imprese sono in difficoltà dal 2002 e in recessione dal 2008 – spiega il presidente di Cna Toscana, Valter Tamburini – la crisi per cinque anni ha colpito il nostro sistema produttivo così duramente che alcuni settori, come le costruzioni, sono stati drasticamente ridimensionati; gli altri, tranne poche eccezioni, hanno comunque subito pesanti contrazioni”.
A soffrire di più nei primi tre mesi di quest’anno è il comparto dei servizi (-4,6%), seguito dal manifatturiero (-2,1%), mentre le costruzioni sono in ripresa, con un fatturato in crescita del 2,3%. A livello territoriale si conferma la dinamica positiva di Pistoia e grazie alle costruzioni anche Grosseto e Arezzo continuano la ripresa iniziata nel 2012. Negativa invece la situazione a Firenze e nelle province costiere mentre Prato torna in pareggio dopo tre anni consecutivi di recessione.
Il presidente di Cna Toscana Valter Tamburini ha ribadito la necessità di azioni del Governo su riduzione del carico fiscale, semplificazione burocratica, promozione, accesso al credito. Alla Regione Tamburini chiede invece cantierizzazione delle opere pubbliche, finanziamenti a internazionalizzazione e innovazione, sostegno al confidi Artigiancredito Toscano.