È una timida ripresa quella vissuta dall’economia della Toscana che dopo tre anni di flessione nel 2015 è tornata a crescere, spinta dalla ripresa dei consumi delle famiglie, dagli investimenti delle imprese e dalle vendite all’estero. È questa la fotografia scattata dal rapporto della Banca d’Italia presentato oggi a Firenze: nel 2015 il Pil toscano è aumentato di poco meno di un punto percentuale e anche l’occupazione ha segnato un +1,5%.
Il tasso di disoccupazione è diminuito portandosi al 9,2%, grazie soprattutto alla crescta del mercato dei servizi e dei lavoratori a tempo indeterminato, ma la situazione rimane difficile per i più giovani.
Nel 2015 è ripartita anche l’industria, con una produzione in aumento dello 0,9% grazie anche alla crescita della domanda interna: registrano le perfomance migliori il manifatturiero con la pelletteria, le calzature e i filati nei distretti di Firenze, Arezzo, Pisa e Prato, ma cresce anche la gioielleria aretina, il cartiario della Lucchesia, il farmaceutico, e l’alimentare. Al contrario restano in difficoltà i settori delle costruzioni e dell’arredo casa.
Come sempre è l’export a trainare l’economia: le vendite all’estero sono aumentate del 3,2%, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, nell’alimentare e nella meccanica.
Nel 2015 continua anche il recupero dei servizi: sono cresciute le presenze turistiche sia degli italiani (+2,5%) che degli stranieri (+3,5%), ed è aumentato anche il traffico negli aeroporti e negli scali toscani, con un netto recupero per il porto di Livorno.
In questo contesto di lenta ripresa appare significativo il miglioramento del mercato del credito, con più prestiti bancari sia per le famiglie che per le imprese. Le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni sono quasi raddoppiate con tassi di interesse più bassi e anche nel credito alle imprese i tassi di interesse sui prestiti a breve termine sono scesi di un punto percentuale.
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