Ha vissuto una vita fatta di esperienze durissime, prima lo stupro a dieci anni, poi la prostituzione in un bordello clandestino ad Harlem, infine la dipendenza dall'alcol e dalla droga, ma Billie Holiday è riuscita con la sua voce unica a distillare tutto questo dolore in canzoni che hanno fatto la storia della musica. Fu una delle prima cantanti nere ad esibirsi assieme a musicisti bianchi infrangendo le barriere razziali. "Strange fruit" del 1939 è forse la sua canzone più famosa, un pezzo in cui paragona i corpi dei neri uccisi dai bianchi a "strani frutti" che pendono dagli alberi, Billie poteva eseguirla solo previa approvazione dei gestori del club dove si esisibiva.
Sabato 18 aprile per ricordare questa donna incredibile saliranno sul palco del teatro comunale dell'Antella i Betti Barsantini il trio che comprende Alessandro Fiori, Marco Parente e Lorenzo Maffucci, i Solki band capitanata da Serena Altavilla (Già Blue Willa e Baby Blue) e gli unePassante ovvero il progetto musicale della songwriter siciliana Giulia Sarno che sarà affiancata da Emanuele Fiordellisi e David Matteini. Proprio a lei abbiamo fatto qualche domanda per capire meglio come si snoderà la serata.
Giulia, per chi ancora non la conosce (speriamo siano in pochi!) come descriveresti Billie Holiday?
Forse l’immagine che ai miei occhi risulta più appropriata per descrivere la grande Lady Day è quella di un’instancabile lottatrice. Della sua autobiografia, pubblicata in Italia da Feltrinelli con il titolo "La signora canta il blues", mi ha molto colpito una frase che recita: «Tutta la vita ho lottato per riuscire a cantare quello che volevo, e cantarlo come volevo io». Chi di noi musicisti di oggi potrebbe riconoscersi onestamente e senza metafore in questa descrizione? Credo pochi. Oggi la lotta nella musica non è forse del tutto sparita, ma certamente non abbiamo idea, ragazzi viziati che non siamo altro, di cosa voglia dire lottare contro un intero sistema per poterci esprimere musicalmente. Credo che questa lotta abbia definito profondamente il carattere musicale del fare della Holiday.
La Holiday ha avuto una vita tragica, secondo te com'è possibile che da una vita così "al limite" scaturisse così tanta dolcezza?
Nella vocalità di Billie Holiday è a mio avviso palpabile la sofferenza che ha travagliato la sua vita: trasceso in musica, questo dolore in qualche modo trova una forma di riscatto, pur non cancellandosi. Forse sta qui il mistero profondissimo della sua voce, non so.
Personalmente, che cosa pensi che possa insegnare a te che sei una giovane musicista e cantante l'esmpio di Billie Holiday?
Torno ancora alla sua autobiografia: «Mi hanno detto che nessuno canta la parola “fame” e la parola “amore” come le canto io. Forse è perché so cosa han voluto dire queste parole per me; e quanto mi sono costate». Non si può cantare con la profondità di Billie Holiday senza vivere con la profondità con cui lei stessa ha vissuto. E questo ha un costo.
Qual è il tuo pezzo preferito della Lady del Blues e quali pezzi eseguirete dal vivo, come vi siete divisi la scaletta?
Ci cimenteremo in alcuni pezzi che amo molto e che ho imparato ad amare ancora di più cercando di riviverne l’essenza in questo lavoro di appropriazione. Forse quello che più mi è rimasto dentro è "Don’t Explain". Poi faremo "All of me" e, pazzi totali, "Strange Fruit". Accanto a questi, faremo a Billie un omaggio obliquo reinterpretando "Lady Day", il brano che Lou Reed le dedicò in Berlin. Non voglio rivelarvi cosa faranno gli altri, ma in sostanza c’è stata totale libertà di scelta. Suoneremo ognuno una mezz’ora, intervallando i set con letture da "La signora canta il blues".
Biglietto intero 13 euro
Riduzioni 11 euro (sotto i 14 e sopra i 65 anni - CartOne, CartaPiù Feltrinelli, Io Studio a Firenze, ARCI Firenze)
Sabato 18 aprile – ore 21
Teatro Comunale Antella – ore 21
Via Montisoni 10 – Bagno a Ripoli – Firenze
Info tel. 055. 621894 – www.archetipoac.it
Biglietti: 13/11 euro
[it_mappa]