La casa oltre a essere un obiettivo per i cittadini è un diritto per tutti gli abitanti del Paese. Per ottenere un’immobile, quindi, molte sono le famiglie che decidono, specie se si tratta della prima casa, di impegnarsi in un finanziamento, informandosi su come calcolare le rate del mutuo e sui tassi d’interesse.
Non tutti i cittadini, però, riescono a permettersi l’acquisto di un immobile, a volte perché in condizioni di estrema povertà ma anche semplicemente perché esclusi dalle categorie cui le banche concedono il privilegio del mutuo. I toscani, ad esempio, come riportato dal Terzo rapporto sulla condizione abitativa dell’Osservatorio Sociale Regionale, si posizionano in alto alla classifica per emergenza abitativa, secondi solo ai vicini liguri.
In Toscana, d’altronde, tra il 2007 e il 2013 la compravendita di abitazioni è diminuita del 26,7% in seguito alla perdita di 36.000 posti di lavoro. La richiesta e l’esecuzione di sfratti, viceversa, sono aumentate del 10% e dell’1,7% inchiodando la Regione tra le peggiori in quanto a possibilità di ottenimento di un alloggio.
Tra le province con maggiore necessità di alloggi popolari, Livorno, che registra, inoltre, circa quattro sfratti al giorno, il doppio che nel resto della Regione. Ma l’emergenza abitativa è alta anche a Prato, dove circa 1.300 persone e 180 altre famiglie sono in attesa di ricevere una delle poco più di 1.800 case disponibili.
Ed è proprio per contenere questa emergenza abitativa che la Regione Toscana ha di recente deciso di stanziare circa 30 milioni di euro, di cui 25 milioni per l’acquisto di almeno 2.500 dei 7.300 alloggi invenduti presenti sul territorio e 8 milioni per prevenire gli sfratti. Sebbene la domanda oggi superi le 26.000 unità, cui gli immobili destinati all’edilizia popolare non riusciranno a sopperire, è da valutare positivamente l’impegno nei confronti di questa emergenza sociale.
A fine dicembre, inoltre, la giunta regionale ha dato la sua approvazione a una proposta di legge che considera la riforma del sistema di assegnazione degli alloggi popolari stessi. Se l’ISEE continua a essere il parametro di base per la valutazione, i nuovi richiedenti dovranno dimostrare, in aggiunta, la presenza stabile sul territorio e la non titolarità di beni immobili in Italia o all’estero.
Decisioni, come commenta Lucia De Robertis, vice capogruppo del PD al Consiglio Regionale, capaci di “chiudere la stagione dei grandi “quartieri popolari”, spesso isolati e quasi sempre a rischio di emarginazione dal contesto urbano” e di rivolgere le proprie energie nella giusta direzione per contenere e risolvere, almeno in parte, l’emergenza abitativa della Toscana.