Innovazione/ARTICOLO

Etichette: il Sant’Anna le migliora per gli ipovedenti

Il progetto intende implementare l’etichettatura alimentare per assicurare il diritto all’informazione e l’autonomia negli acquisti dei non vedenti

/ Redazione
Lun 26 Ottobre, 2015
Braille

Per le persone non vedenti le etichette, che si esprimono con testo e immagini, non bastano ad assicurare il diritto a essere informati sulle caratteristiche degli alimenti. Da questa considerazione l’Istituto Dirpolis della Scuola Superiore Sant’Anna ha avviato il progetto che porterà allo sviluppo di un prototipo di etichettatura accessibile agli ipovedenti.

La ricerca vuole arrivare a una sintesi tra un livello di informazione più immediato, basato su un sistema tattile, e uno più approfondito, veicolato da un supporto tecnologico, sviluppato dal gruppo di ricerca del professor Antonio Frisoli, all’interno del Laboratorio di Robotica Percettiva dell’Istituto TeCIP (Tecnologia della Comunicaziome, dell’Informazione, della Percezione). Per l’interesse sociale che lo caratterizza, il progetto è stato selezionato tra quelli ammessi a beneficiare dei proventi della campagna 5x1000.

In un mercato “muto”, com’è quello della grande distribuzione organizzata, la fornitura di informazioni sugli alimenti avviene in via esclusiva attraverso le etichette, la cui elaborazione è fondamentale per consentirne la comprensione e per garantire scelte consapevoli. Allo stato attuale tutte le funzioni che “passano” attraverso le etichette non possono raggiungere le persone con disabilità visive, alle quali non è garantito il diritto di accesso alle informazioni che consentano di compiere scelte consapevoli, rendendole autonome negli acquisti alimentari. L’intenzione del gruppo di ricerca è quella di sviluppare soluzioni che non incidano sul prezzo finale dei prodotti e che non impongano l’utilizzo di ulteriori imballaggi.

“Abbiamo iniziato questo progetto – spiega la ricercatrice Mariagrazia Alabrese, responsabile della ricerca – perché al momento sono davvero pochi i prodotti con un’etichettatura in alfabeto braille, che oltretutto non tutte le persone non vedenti conoscono. Tali etichette, inoltre, di solito contengono solo alcune informazioni, come il nome del prodotto e la data di scadenza, mentre, al contrario, mancano le indicazioni sugli ingredienti, anche in ragione delle dimensioni del linguaggio braille. Il nostro progetto si rivolge agli operatori del settore alimentare che potranno essere posti nelle condizioni di realizzare imballaggi ed etichette coerenti con la normativa e risultare accessibili anche alle persone con disabilità visiva”.