Made in Toscana/ARTICOLO

Fà la cosa giusta

Tessile toscano e “critical fashion”

/ Samuele Creuso - D::Vision
Mar 10 Dicembre, 2013
Fà la cosa giusta_2010,0323

Ha chiuso da poco i battenti l’edizione milanese 2010 di “Fa la cosa giusta””  Milano, fiera e mostra-mercato sul consumo critico e degli stili di vita sostenibili. L’evento è diventato l’appuntamento più importante sul territorio italiano per quanto riguarda buone pratiche ed  economia sostenibile; tra le sezioni più interessanti presentate quest’anno c’era “critical fashion”, un “evento nell’evento” dedicato alla moda critica giunto alla terza edizione: oggetti, accessori e capi di abbigliamento scelti per la capacità di valorizzare la manualità, la creatività e l’autoproduzione, l’utilizzo di materiali innovativi ecologici, da riciclo, la riscoperta di metodi di lavorazione tradizionale. Tra gli espositori nella passata edizione era presente Tomaui, marchio di abbigliamento autoprodotto “made in Tuscany” che spicca per la sensibilità sociale: parte degli utili ricavati dalla vendita viene devoluta per la realizzazione di progetti di cooperazione e solidarietà nazionali ed internazionali. L’edizione di quest’anno ha invece visto la partecipazione di Usato Bene®, progetto di economia solidale nato nel  sul suolo fiorentino che vuole promuovere il recupero e il riuso di vestiti ed accessori usati.
La stessa Regione Toscana per quanto riguarda i tessuti ecologici ultimamente ha promosso alcune iniziative, tra cui alcuni progetti sperimentali sull’utilizzo della canapa, produzione molto diffusa sul nostro territorio fino al dopoguerra e che solo negli ultimi anni inizia ad essere riscoperta. Infatti dopo un lungo periodo di abbandono, da poco alcune aziende hanno ripreso la produzione e trasformazione della canapa tessile , per arrivare poi alla realizzazione e commercializzazione di abiti e tessuti: probabilmente se ben sfruttata sarà questa un opportunità per le aziende del territorio di intercettare il trend crescente di tutte quelle persone nel mondo che acquistano “moda critica”  e che pongono al centro delle loro scelte non solo l’estetica, lo stile e le tendenze, ma anche le qualità etiche ed ambientali di vestiti ed accessori.