Cultura/ARTICOLO

Film: autori toscani sfilano a Cannes

Due cortometraggi e la sceneggiatura di Reality

/ Elisabetta Vagaggini
Mar 10 Dicembre, 2013
cannes
Due corti toscani e uno sceneggiatore fiorentino sfileranno alle 65esima edizione del Festival del Cinema di Cannes. I cortometraggi sono quelli firmati da Tommaso Santi e Irish Braschi, che hanno realizzato rispettivamente "Perché no?" e "Lettera da Madras".

Il cortometraggio del pratese Tommaso Santi è stato realizzato in occasione del convegno “Comunicare è futuro”, grazie al contributo del Museo del Tessuto di Prato, organizzato per affrontare il tema della creatività giovanile.
“Il cortometraggio – afferma il regista – nasce dall'idea di volersi ribellare al momento attuale di crisi, nel quale, oltre alle cose materiali, viene tolta alle persone la possibilità di sognare, cosa a mio avviso di vitale importanza. Definirei il corto una rabbiosa dichiarazione di ribellione verso una società che vuole uccidere i sogni dei giovani”.

"Lettera da Madras", del livornese Irish Braschi, regista che ha realizzato "I believe in miracle", un documentario sul tema del miracolo, sarà l'altro corto nella vetrina "Cannes Court Métrage". In 15 minuti Braschi racconta la storia di un ragazzo indiano che ama segretamente una ragazza araba. Quando riceve una lettera da Madras dai suoi parenti, decide di dichiarare il suo amore alla ragazza, contravvenendo al matrimonio organizzato da sua madre. La ragazza araba ricambia il suo sentimento, ma suo fratello si oppone con violenza a questo sogno d'amore. Nel cast, a fianco di Thakur Payel e Mimosa Campironi c'è il comico poliedrico e noto al grande pubblico Nino Frassica, nel ruolo inedito del cattivo.

“Mi piaceva raccontare un microcosmo di etnie – afferma Braschi - che vivono nel nostro paese, fatto di persone che nascono, studiano, lavorano in Italia, ma lo fanno spesso completamente nell'ombra, senza comunicare con la società che li ospita. Volevo dare voce a questo mondo sotterraneo del quale spesso nulla trapela nella società e nei media italiani”.

La sceneggiatura del corto ha vinto il premio letterario Grinzane Cavour, dove ha partecipato nella sezione “Scrivere per il cinema”. Prossimamente Irish Braschi sarà impegnato nella realizzazione del documentario "Un amore per sempre. Didala e Chittò", una storia d'amore tra due partigiani, finanziato in parte dal "fondo incoming" della Regione Toscana.

Ma la presenza toscana sulla Croisette non si ferma qua. Lo scrittore e drammaturgo fiorentino Ugo Chiti firma come sceneggiatore il film Reality, l'unico film italiano in concorso alla 65esima edizione del Festival di Cannes, diretto da Matteo Garrone, lo stesso che quatto anni fa ha vinto il Gran Prix con il film Gomorra. Prendendo spunto da un fatto realmente accaduto, il film racconta di un pescivendolo napoletano che viene spinto dalla famiglia a cercare fortuna nel mondo dello spettacolo, il cui approdo più accessibile e ambito sembra essere quello del Grande Fratello. Il sintomo dello spaesamento e della perdita di valori della società italiana si misura anche dall'identificazione tra  tra l'essere, l'esistere e l'apparire in tv.

Ad interpretare il pescivendolo che fa di tutto per essere protagonista del reality, è Aniello Arena, attore-detenuto della Compagnia della Fortezza del carcere di Volterra, notato da Garrone durante gli spettacoli diretti da Armando Punzo a Volterrateatro. Non è la prima volta che Garrone si avvale di attori provenienti dal carcere. In Gomorra aveva infatti lavorato Salvatore Striano, che ha scontato una pena nel carcere di massima sicurezza di Rebibbia, ed è stato protagonista, nel ruolo di Bruto, del film dei fratelli Taviani Cesare deve morire. Stavolta sarà Aniello Arena a regalare alla pellicola di Garrone quella potenza espressiva che gli attori-detenuti, con il loro bagaglio di esperienze di vita, sanno esprimere al cinema.

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