E' con un messaggio alle popolazioni vittime del terremoto del Centro Italia che il primo cittadino di Firenze Dario Nardella ha aperto la conferenza internazionale, in Palazzo Vecchio, Unity in diversity. Un'occasione per discutere con 60 sindaci provenienti da ogni parte del mondo, della resilienza delle città rispetto ai disastri naturali, proprio come quello che colpì Firenze il 4 novembre del 1966, con la storica alluvione che devastò la città con acqua e fango.
"Dopo i morti del 24 agosto di Amatrice, Arquata e Accumoli il terremoto è tornato impietoso domenica e procede ancora in queste ore - ha detto Nardella. Il nostro pensiero va alle migliaia di sfollati in Umbria, nelle Marche e nel Lazio che desiderano solo di poter fare ritorno alle proprie case il prima possibile. Questo incontro di Firenze - ha proseguito il primo cittadino - cade peraltro in un momento difficilissimo per il nostro Paese colpito da un'altra catastrofe naturale tremenda. La Basilica di San benedetto a Norcia distrutta dal terremoto di domenica è il simbolo della fragilità delle nostre città e del loro patrimonio culturale. Sta a noi difenderlo con tutti gli strumenti possibili"
Un patrimonio culturale da difendere dai cambiamenti climatici, dalle catastrofi naturali e dal terrorismo. Un patrimonio da tutelare anche attraverso la fitta rete di relazioni internazionali che ha portato a Firenze decine di sindaci da ogni parte del globo che condividono in queste ore esperienze di governo, buone pratiche, problematiche, timori e soluzioni.
Proprio Nardella nel suo discorso ha ribadito che "è dovere dell’intera umanità fortificare lo spirito di cooperazione tra i paesi per riuscire a rispondere a queste difficili sfide. Perché solo la cooperazione tra le città nel mondo, solo la collaborazione tra i governi locali, nazionali e internazionali, solo la determinazione dei sindaci, solo la consapevolezza delle nostre popolazioni, solo l’uso pacifico e lungimirante del progresso tecnologico e delle risorse economiche, possono consentire un cambiamento di rotta nel modo con cui proteggiamo i nostri beni culturali. Sta a noi raccogliere la scommessa, adesso, perchè non abbiamo tempo da perdere e non possiamo consentire che si possano ripetere disastri naturali senza avere imparato la lezione del passato".
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Riguardo al 50esimo anniversario dall'alluvione, il sindaco ha poi ricordato che "da quel tragico evento in poi Firenze ha sviluppato la sua capacità di essere resiliente quasi come una sua qualità innata. Una capacità naturale della sua comunità che attraverso gli anni però si è evoluta sempre più in azioni strutturate, pianificate e politiche finalizzate alla conservazione del suo patrimonio culturale, materiale e immateriale. Un forma di conservazione che considera l’arte e la aultura, e le politiche ad esse collegate, uno strumento per la crescita sociale ed economica della città. Un mezzo per la stabilità e quindi, in ultima analisi, una strategia di pace, in un’ epoca in cui oltre ai disastri naturali, la devastazione è data da conflitti e azioni generate dall’uomo per lo sfruttamento delle risorse energetiche e naturali".
Nardella ha infine lanciato dal Salone dei Cinquecento una proposta ai sindaci presenti a Unity in Diversity, quella di siglare e condividere un manifesto sulla mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico, una piattaforma che si collega impegna le città ad azioni mirate.