Nella Toscana dei campanili, che poi a conti fatti ha molti meno comuni di altre regioni del nord, continuano a crescere le amministrazioni che scelgono di fondersi. Alti quattro comuni ne hanno fatto richiesta e dal 1 gennaio 2014 potrebbero diventare due. Si tratta dei comuni di Campiglia Marittima e Suvereto (16.510 abitanti), in provincia di Livorno, e di Casciana Terme e Lari (12.517 abitanti), in provincia di Pisa.
La giunta ha approvato oggi una proposta di legge presentata dall’assessore agli enti locali Vittorio Bugli che dovrà essere discussa dal Consiglio regionale e che prevede un referendum consultivo che si svolgerà probabilmente in autunno. Un percorso identico a quello che ha già visto i cittadini chiamati alle urne in quattordici comuni la scorsa settimana, con i “si’” alla fusione che hanno prevalso in sei casi – a Fabbriche di Vallico e Vergemoli, a Figline e Incisa Valdarno e a Castelfranco di Sopra e Pian di Scò – e i “no” che sono stati invece più numerosi all’isola d’Elba. Il prossimo 16 giugno è già stato fissato un altro referendum per la fusione dei comuni di Castel San Niccolò e Montemignaio.
I vantaggi per i Comuni fusi – Le fusioni, che aiutano a risparmiare nella gestione dei servizi ed offrire con le stesse risorse servizi migliori, sono sostenute finanziariamente dalle Regione. Ogni Comune che si fonde può contare oggi su 250 mila euro l’anno per cinque annidi maggiori contributi regionali, fino ad un massimo di un milione di euro per fusione. A questi si aggiungono i finanziamenti dello Stato, che variano a seconda della popolazione e sono il 20 per cento, per dieci anni, dei trasferimenti erariali che gli stessi Comuni potevano vantare nel 2010. I Comuni che si fondono sono anche esentati per 3 anni dal rispetto del tetto del patto di stabilità e in questo modo possono far ripartire gli investimenti.
Le Unioni di Comuni - Non ci sono comunque solo i Comuni che decidono di fondersi. Sempre più amministrazioni, pur senza diventare un comune unico, scelgono in Toscana di gestire insieme più funzioni. E non si tratta solo dei comuni obbligati per legge: ovvero quelli sotto 5.000 abitanti (soglia che si abbassa a 3.000, nel caso di comuni montani). Lo fanno dando vita ad Unioni di Comuni, con un sindaco dell’Unione e un suo consiglio, oppure con una convenzione, ovvero firmando una sorta di contratto dove i Comuni mantengono la propria autonomia ma decidono insieme che uno (per tutti) svolga una funzione piuttosto che un’altra. In Toscana oggi sono 25 le Unioni di Comuni e coinvolgono 156 amministrazioni. I Comuni obbligati a gestire funzioni fondamentali in modo congiunto sono 107 su 287.
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Fusione Comuni, quattro richieste
Provengono dalle province di Livorno e Pisa. Cresce il numero degli enti locali che decidono di fondersi insieme

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