Cultura/ARTICOLO

Garfagnana terra di figurinai

Una tradizione di arte e artigianato tipica della Lucchesia

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013

Seravezza è un paesino della Versilia storica che si divide tra l’alta barriera delle Apuane e la pianura su cui soffiano placide le brezze del Tirreno. Il paese dà il nome ai due torrenti che vi confluiscono. Si tratta del Serra e del Vezza, due grossi fiumiciattoli che grazie alla loro abbondanti portate hanno fatto funzionare per secoli gli impianti molitori della zona. Essi danno origine al Versilia e presentano all’origine alcuni interessanti fenomeni idrici come la cascata di Acqua Filante sul Vezza, alta circa 40 metri, che è raggiungibile da paese di Pruno e l’area del Monte Forato famosa per il grande arco di origine carsica lungo circa 30 metri. Al di là degli aspetti naturalistici Seravezza è famosa per aver ospitato il grande Michelangelo (vedi Pietro Cipollaro, Da Seravezza sulla strada di Michelangelo, Toscana, l’Uomo e l’Ambiente aprile-giugno 2010) che nel 1518 venne incaricato da papa Leone X di costruire una strada fino alle cave sulle vicine Apuane. Il Maestro però non riuscì mai a completare l’opera che doveva collegare il fondovalle ai siti estrattivi di Trambiserra e Cappella: il motivo fu che non aveva abbastanza denari per pagare la manodopera specializzata. Così i lavori si interruppero e vennero affidati ad altri. Oggi la strada di Michelangelo è parzialmente asfaltata e viene percorsa dai camion che trasportano i blocchi di marmo. Attenzione però: il tratto con fondo di sassi e ghiaia è molto accidentato e difficile da percorrere anche con la Jeep. Seravezza, pur essendo un paese gravemente danneggiato dal passaggio del fronte nell’ultimo conflitto, conserva molte testimonianze del suo antico passato. Se il Palazzo Mediceo, dove trova posto il Museo del Lavoro e delle Tradizioni della Versilia, ricorda a tutti la grande attenzione che i Granduchi prestarono all’estrazione e al commercio dei marmi, il Duomo dei Santi Lorenzo e Barbara (XV Secolo) è motivo di vanto per i serravezzini, perché parla direttamente della storia produttiva del distretto: “La cupola dà un senso di ricchezza ed orgoglio di popolo – scrive Pietro Cipollaro - all’edificio di linee semplici; ma è all’interno che si evidenzia la sontuosità ovviamente marmorea: oltre ad un pulpito merlettato, di marmi colorati sono perfino i confessionali, che in tutte le ricche chiese del mondo sono di legno.” A Querceta frazione di Seravezza, la prima domenica di maggio si corre il Palio dei Micci. Si tratta di una manifestazione singolare, quasi una parodia del blasonato Palio di Siena a cui partecipano otto contrade: “la corsa degli asini, bestie di indole in genere tranquilla, - spiega ancora Pietro Cipollaro - non è mai cruenta e drammatica, la grandiosità dello spettacolo davanti a migliaia di spettatori è nella sfilata del corteo storico di 2500 contradaioli, sbandieratori, tamburini, cavalieri, dame, paggi in coloratissimi, sfavillanti costumi rinascimentali.”