La vita di Ernesto Fioretti, autista di produzione romano, oggi poco pià che sessantenne è diventata un film grazie a Giovanni Veronesi. E' infatti a partire dai suoi racconti autobiografici che il regista pratese, noto al grande pubblico per il suo lavoro di sceneggiatore per Francesco Nuti, Leonardo Pieraccioni e Carlo Verdone e per le regie di Italians e i tre capitoli di Manuale d'Amore, ha realizzato il suo ultimo film, L'ultima ruota del carro.
Nel film Ernesto, interpretato da Elio Germano, è un uomo semplice che tenta di seguire le proprie ambizioni senza però mai perdere i valori veri della vita. Tappezziere, cuoco d’asilo, traslocatore, autista, comparsa del cinema, Ernesto ha buona volontà e non risparmia le proprie energie per sbarcare il lunario. Ma le difficoltà non mancano e il suo migliore amico da sempre, Giacinto, alias Ricky Memphis, lo proietta in un mondo dorato, quello della politica che maneggia denaro facile.
Dalla storia individuale a quella del paese, il film è un racconto dell'Italia degli ultimi quarant'anni, del passaggio dall'austerity degli anni '70 all'ascesa di Craxi come presidente del Consiglio, di tangentopoli e della sua fine, del ritorno di molti al lavoro duro per guadagnarsi da vivere, con un lieto fine: quello della vittoria dell'onesta e dei buoni sentimenti.
Giovanni Veronesi giovedì 21 novembre ha incontrato la stampa e il pubblico fiorentini al cinema Principe, insieme al giovane sceneggiatore Filippo Bologna, in un incontro organizzato da Quelli della Compagnia in collaborazione con il Circuito Firenze al Cinema.
“Quando Ernesto mi ha raccontato la propria vita – ha dichiarato il regista – non ho avuto dubbi: ci avrei fatto un film. Le sue vicende incarnavano la commedia all'italiana, una commedia che fa riflettere, molto diversa dalla comicità. Il protagonista è infatti negli anni rimasto sempre se stesso attraversando difficoltà economiche e di salute, essendo entrato in contatto con un mondo che non gli apparteneva, quallo della politica degli anni '80, e pur avendo cambiato sempre lavoro.
La commedia, che in Italia ha una grande tradizione, è qualcosa che fa riflettere lo spettatore. Oggi assistiamo al grande successo e ai grandi incassi che Checco Zalone fa al botteghino, ma si tratta di un genere diverso: quella infatti è comicità pura, incentrata sui tempi di recitazione e sulle gag del protagonista. Anche i film di Zalone intercettano alcune istanze istanze reali della società, ma queste vengono rappresentate in modo comico, nel senso letterale del termine.
La commedia, invece, alla quale mi rifaccio io, vuole invece raccontare delle storie, che fanno ridere o sorridere, ma soprattutto riflettere. Questo è il film che sento più mio, è il film che da sempre sognavo di realizzare”.
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Giovanni Veronesi: L'ultima ruota del carro il film che sognavo
Il regista di Manuale d'amore porta al cinema una commedia tutta italiana

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