Un braccialetto e degli 'anelli' per poter intercettare, fin dall'inizio, l'eventuale comparsa del morbo di Parkinson. Una ricerca condotta dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha messo a punto il sistema sensorizzato composto proprio da un braccialetto e da anelli inerziali, già testato in alcuni ospedali toscani, in grado di misurare con precisione e con accuratezza il movimento e la posizione della mano e delle dita.
Questo strumento è stato sviluppato presso l’Assistive robotics laboratory – dove si integrano robotica, internet, tecnologie mobili per creare nuove applicazioni valide per tutti i settori, dalla sanità all’agricoltura, dalla logistica alla manifattura - dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e, dopo aver superato la sfida con più di 80 concorrenti, si è appena aggiudicato un importante riconoscimento internazionale, il “premio iNEMO design challenge”, indetto da STMicroelectronics, azienda leader a livello mondiale per la produzione di componenti elettronici a semiconduttore.
Le misurazioni fornite dal braccialetto e dagli anelli permettono infatti di supportare il neurologo nella valutazione dei pazienti già in quella che viene definita la fase subclinica, ovvero quando il deterioramento delle capacità motorie può essere osservato con difficoltà a occhio nudo, favorendo così una diagnosi precoce. Lo stesso sistema può essere utilizzato anche durante le fasi successive della malattia di Parkinson, garantendo un monitoraggio nel tempo delle prestazioni motorie dei pazienti e risultando caratterizzato da una elevata flessibilità. I pazienti possono utilizzarlo anche a casa, favorendo il medico nel controllo del decorso della patologia, provocate anche da variazioni nel trattamento farmacologico.
“La possibilità di rallentare la malattia – commenta il ricercatore Filippo Cavallo, coordinatore dell’Assistive robotics laboratory dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna - applicando terapie personalizzate tramite l'utilizzo di sensori che consentano la corretta e precisa valutazione dei pazienti, già in fase precoce, rappresenta la principale innovazione sia clinica che scientifica della nostra soluzione tecnologica. Essa mostra chiare potenzialità nello studio e trattamento della malattia di Parkinson, ma – conclude Filippo Cavallo – puà risultare di ampio interesse da un punto di vista industriale trovando applicazione in segmenti di mercato differenziati, come quelli riferiti a giochi e a interfacce per smartphone”.
Il sistema è stato già sottoposto ai primi test in ambiente ospedaliero, nel reparto di Neurologia dell’ospedale di Carrara, sotto la direzione di Carlo Maremmani, coinvolgendo più di 150 pazienti e quasi 100 persone sane nella fase di controllo, per valutare l'affidabilità, la replicabilità e la bontà delle misurazioni fornite.
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