I maestri artigiani fiorentini e toscani stanno tenendo banco in questi giorni alla 76° edizione della Mostra Internazionale dell’Artigianato di Firenze, incantandone i visitatori.
Particolare entusiasmo sta suscitando la collettiva “Botteghe d’Art”, organizzata da Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico con la collaborazione di Confartigianato, che consente di osservare gli artigiani dal vivo, impegnati nelle differenti fasi della lavorazione dei loro prodotti. Ma non sono da meno la collettiva di artigianato artistico di Artex ed il laboratorio dedicato a Pinocchio.
“Un sapere che non può andare disperso – commenta Fabio Masini, presidente della Commissione Regionale per l’Artigianato – Proprio per questo la Regione Toscana ha istituito, prima in Italia, gli strumenti del Maestro Artigiano e delle Botteghe Scuola. Il titolo di Maestro Artigiano consente all’artigiano di essere riconosciuto come docente, abilitato all’insegnamento nella Bottega Scuola, ovvero l’impresa da lui diretta”.
“Una modalità di formazione semplice, logica e razionale perché è solo a bottega, guidati da esperti, che è possibile imparare quei mestieri (come orafo, argentiere, restauratore, mosaicista, pellettierie, intagliatore) che hanno fatto grande il nostro artigianato – spiega Alessandra Guerrini, coordinatore dell’Artigianato Artistico di Confartigianato Firenze – Un’opportunità per i giovani e un messaggio soprattutto per quelli italiani, visto che oggi, sempre più, sono proprio gli stranieri a voler imparare mestieri artistici e ricchi di tradizione”.
Per conseguire la qualifica di Maestro Artigiano occorre possedere requisiti di anzianità professionale (almeno 10 anni di attività), di capacità e di attitudine all’insegnamento. La qualifica è rilasciata dalla Camera di Commercio, su parere della Commissione Regionale per l’Artigianato.
“La figura del Maestro Artigiano è di fondamentale utilità per la trasmissione di tanti saperi artigiani, per non disperdere tradizione, competenza e soprattutto passione ed anche per contrastare la crisi occupazionale giovanile – prosegue Masini – Da qui il compito di riconoscere la qualifica a quegli imprenditori che veramente possano essere in grado di tramandare conoscenze alle nuove generazioni”.