Attualità/ARTICOLO

Guerre, fughe, approdi: le vite in fuga in un documentario

Sarà proiettato all'Auditorium di Sant'Apollonia di Firenze il prossimo 22 ottobre il video-documentario "Europia", di Sirio Timossi e Fabio Colazzo, nel corso della manifestazione "Novo Modo"

/ Redazione
Lun 17 Ottobre, 2016
Immigrati

Sirio Timossi  e Fabio Colazzo hanno firmato il documentario "Europia", un viaggio nelle vite e nelle storie di persone che non rinunciano al sogno, ad iniziare una nuova vita dopo fughe da paesi in guerra, dopo nuovi approdi, alla ricerca di accoglienza. Un film-documentario che sarà proiettato il prossimo 22 ottobre all'Auditorium di Sant'Apollonia (ore 20/22), all'interno dellla manifestazione culturale "Novo Modo", al termine del dibattito “People before border: testimonianze dalle terre di conflitto a quelle di approdo” con Pepijn Kennis e Felix Aerts, portavoci dell’Associazione Toestand – Mollenbeck ,  Ozlem Tanrikulu, membro del comitato europeo per la ricostruzione di Kobane.

" Europia si immerge nelle storie e nelle diverse prospettive di chi ha affrontato lo stesso incredibile viaggio verso approdi incerti, attraverso il deserto, la prigione, la fuga disperata, il mare - spiegano gli autori.Un’odissea da un paese pericoloso ad un mondo nuovo, diverso altrettanto spietato e repulsivo. Durante il 2015, Zuwara, Ventimiglia e Calais diventano nodi centrali sulla mappa dei flussi migratori. Nel luglio 2015 abbiamo vissuto alcuni giorni con i migranti nel campo sugli scogli di Ventimiglia e nella jungle di Calais. Qui, abbiamo raccolto immagini e testimonianze dirette di profughi in viaggio e di persone solidali accorse in loro sostegno".

Così Timossi e Colazzo provano a calarsi nel mondo di chi attraverso la fuga cerca la vita, insegue un'altra possibilità. Lo fanno dopo aver toccato con mano - nel dicembre 2014 - la tragica realtà di Kobane, ridotta in macerie, dove proprio Timossi è stato il primo cameraman italiano ad entrare nella città siriana.Il filmaker è stato anche inviato tra il 2014 e il 2015 in Marocco, Tunisia, Libia, Turchia, Siria e Iraq. Colazzo invece è stato testimone oculare dei flussi migratori provenienti da Libia, Palestina, Iraq, Giordania, Turchia, Macedonia, Serbia, Italia e diretti in Europa. Il suo lavoro è focalizzato sui diritti umani e la difesa dell’ambiente.

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