Gli Heymoonshaker sono nati dall’insolito abbinamento di due forme d’arte molto lontane tra loro: la chitarra blues e il beatboxing. Andy Balcon e Dave Crowe hanno cominciato pochi anni fa portando la loro musica in strada. Ma grazie anche ai social network l’eco delle loro strabilianti performance si è sparso velocemente in tutto il mondo. Gli Heymoonshaker hanno accumulato fino ad 13 milioni di visualizzazioni dei video pubblicati sul loro canale ufficiale YouTube.
Dal “buskering” ai palchi più importanti il passo è stato davvero breve se si pensa che solo l’anno scorso hanno fatto da spalla a gruppi come Ghostpoet, De La Soul e BaxterDury al Festival Marsatac di Marsiglia, ricevendo una recensione della rivista Rolling Stone che ha descritto la loro performance come “Spettacolare!”.
Andy e David arrivano in tour al Viper Theatre di Firenze sabato 29 a pochi mesi dall’uscita del loro nuovo EP “Shakerism”. Otto canzoni tratte dal precedente album omonimo di debutto, accanto a recente materiale inedito, realizzato per illustrare il percorso del sound sempre in evoluzione della band.
Andy raccontaci la vostra storia, come vi siete conosciuti e come avete deciso di suonare insieme?
Ci siamo incontrati in Nuova Zelanda nel 2009, stavamo giocando a mini golf. Eravamo entrambi lì con le nostre ragazze di allora Amanda e Amanda, quella sera abbiamo bevuto qualche drink e Crowe ha notato la mia chitarra, ha detto: improvvisiamo qualcosa insieme! Desideroso come ogni musicista itinerante con una chitarra sulla schiena ho colto al volo l'occasione, ad essere onesti mi aspettavo che Crowe cantasse, e invece ha cominciato a fare il suono della batteria con la bocca, poi mi sono ricordato che avevo visto Crowe in televisione all'anno precedente, aha. Abbiamo passato la notte a suonare e registrare ogni idea che avevamo provato da soli. Il giorno dopo Crowe mi ha portato per le strade. Una settimana dopo siamo andati a Blenheim a lavorare nei vigneti, ma è durato un giorno. Il giorno seguente siamo andati in un bar della città per ottenere un concerto. Abbiamo dovuto aspettare una settimana per lo spettacolo, così abbiamo vissuto sulla spiaggia con altri viaggiatori e una famiglia di pescatori Maori. Questa in sostanza è stata la nostra vita nei mesi successivi in giro per il South Island, ci spostavamo in una città in attesa di un concerto, per poi lasciarla il giorno dopo. Abbiamo fatto così fino a quando Crowe e Amanda sono partiti per l'Australia. Sono rimasto bloccato a ovest per alcuni anni fino a quando sono tornato in Europa e ho accettato l'offerta di vivere sul divano di Crowe, così poi in Svezia, abbiamo provato di nuovo. Per un anno le cose non sono andate benissimo, fino a quando il produttore teatrale Paul Jellis ci ha invitato a suonare per il suo "Nabokov" a Londra, dove in quel periodo suonavamo in strada.
Come è nata l'idea di mettere insieme Beatbox e il Blues?
Ho chiesto a Crowe di provare il clarinetto, ma non era molto bravo e così abbiamo deciso di usare il beatbox ;)
Siete un fenomeno nato dal web, quanto sono importanti i social network per la musica di oggi?
Beh, i social network non fanno la musica la musica, creano solo una piattaforma per mettersi in mostra. Io credo che siamo incredibilmente fortunati ad essere in una generazione in cui possiamo condividere la nostra arte. Il mio unico disappunto è come i social media possono portarti lontano dalla tua arte, quando stavo suonando da solo in Svezia ho passato più tempo a cercare di far conoscere quello che stavo facendo che in realtà suonare musica.
I vostri video hanno avuto milioni di visualizzazioni, come vi spiegate questo straordinario successo?
Hmm ... Il Beatbox è una comunità in crescita, credo che abbiamo avuto solo un buon tempismo e un concept interessante.
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