Cultura/ARTICOLO

Il cappello di paglia di Firenze: una tradizione antica

Attestata fin dal Medioevo la lavorazione è arrivata fino ai giorni nostri: sono 20 le aziende, a Signa e nella piana di Firenze

/ Elisabetta Vagaggini
Mar 10 Dicembre, 2013
cappello_paglia
Da sempre Signa, alle porte di Firenze, è sinonimo di lavorazione della paglia e delle tipiche pagliette consosciute in tutto il mondo. Attestata già dal medioevo, la lavorazione artigianale della paglia per la creazione di copricapo, ha trovato in epoca moderna, nella zona della Piana di Firenze, il suo distretto naturale: oltre che nella citata Signa, anche nelle vicine Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Poggio a Caiano, Brozzi, Quarrata e Prato.

Nel primo Settecento giunse a Signa il bolognese Domenico Michelacci che introdusse la coltivazione, raccolta e lavorazione del grano ad uso esclusivo della realizzazione di manufatti di paglia, mentre in precedenza la paglia destinata ai cappelli era un materiale di scarto proveniente dalla lavorazione del pane. Per ottenere una paglia più soffice e sottile Michelacci cominciò a seminare il grano in modo intensivo, per raccoglierlo poi prima della maturazione, quando era ancora molto fine. Le trecce erano fatte sempre a mano dalle "trecciaiole" , mentre la produzione meccanica fu incrementata negli anni '20 del Novecento.

La manifattura delle trecce di paglia rimase in Toscana un'attività fondamentale almeno fino al 1929, anno della grande crisi economica a livello internazionale, e sopravvisse fino a poco oltre la seconda guerra mondiale. Una lavorazione talmente conosciuta da ispirare il romanzo "Un chapeau de paille d'Italie", scritto a metà '800 da Eugène Labiche e da diventare, nel 1945, un'opera del maestro Nino Rota.

Oggi sono attive circa 20 aziende, riunite nel Consorzio del Cappello di paglia di Firenze, dove trovano occupazione circa 350 addetti, che rispondono ad una richiesta altamente specializzata da parte delle più importanti griffes a livello internazionale.

A Signa, per salvaguardare e perpetuare la straordinaria lavorazione artigianale, memoria storica, artistica e sociale di Firenze, su iniziativa di alcuni industriali e del Gruppo archeologico di Signa, e col sostegno del Comune, è nato il Museo della Paglia e dell'Intreccio intitolato a Domenico Michelacci, nelle cui sale sono esposti antichi strumenti di lavoro manuale, trecce, bigheri e pregevoli ornamenti che testimoniano la reatività delle trecciaiole. In esposizione una raccolta di cappelli di paglia dalla fine dell'Ottocento alla metà del secolo scorso. (Info: www.museopaglia.it, info@museopaglia.it).

Il 19 febbraio il cappello di paglia di Firenze vola in USA per rappresentare il nostro paese durante la settimana della Cultura italiana, protagonista dell'evento speciale "Hats on Film", che mette in rilievo il sodalizio tra il famoso cappello artigianale di Firenze e il cinema.