Cultura/ARTICOLO

Il cinema promuove il ChiantiDemetria Verduci racconta Slow Movie Contest

Il concorso per cortometraggi ha centrato gli obiettivi di favorire la creatività di giovani artisti e valorizzare le arti e i mestieri del Chianti

/ Redazione
Gio 3 Aprile, 2014
La Macina di San Cresci

Slow Movie Contest, il primo concorso per cortometraggi realizzato per valorizzare le produzioni artigianali tipiche della zona del Chianti fiorentino e senese, ha visto la partecipazione di otto giovani videomakers, selezionati da una giuria qualificata. Ci ha spiegato come è nato il progetto, quali obiettivi si è posto e le sue prospettive, una della organizzatrici, Demetria Verduci dell'associazione La Macina di San Cresci.

Demetria, ci puoi descrivere nel dettaglio il concorso per cortometraggi Slow Movie Contest?
Slow Movie Contest è un concorso internazionale che mira a promuovere il territorio del Chiatni attraverso l’arte cinematografica, in particolare con il cortometraggio, ed è stato possibile realizzarlo grazie al progetto Toscanaincontemporanea di Regione Toscana, il coordinamento dei comuni del Chianti e il sostegno di partner pubblici e privati, tra cui Fondazione Sistema Toscana e Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Ad organizzarlo è stata l'associazione Macina di San Cresci, attiva da tempo nel territorio con la  "residenza per artisti" che ha favorito la presenza nelle località chiantigiane di pittori, scultori e scrittori di tutto il mondo. La prima edizione dello Slow Movie Contest, organizzata lo scorso anno, ha visto la partecipazione di giovani italiani e stranieri che si sono cimentati sul tema “Arti&Mestieri del Chianti”. I otto videomakers selezionati sono stati ospitati per una settimana in una località toscana del Chianti: una permanenza all’insegna di una filosofia “slow”, durante la quale hanno vissuto adottando “pratiche  rispettose dell'ambiente, delle tradizioni e delle identità culturali”, una cosa già di per sé formativa.

Chi ha selezionati i giovani registi?

Gli otto finalisti sono stati selezionati da una giuria accreditata, composta dal critico cinematografico Claudio Carabba, dal noto giornalista e critico cinematografico inglese Lee Marshall, collaboratore di riviste come Traveller UK, Departures US, The Daily Telegraph e The Sunday Telegraph, Screen International, Sight & Sound, e dal regista e drammaturgo fiorentino Ugo Chiti, L'artista Nano Campeggi ha invece attribuito un premio alla miglior locandina.

Per quale motivo è stato scelto il linguaggio cinematografico per la valorizzazione del territorio?
Il cinema è l'arte dell’immagine in movimento: in essa c’è la memoria e al contempo il futuro. Ecco perché il cinema è il mezzo ideale per promuovere quelle attività antiche, che riescono a sopravvivere perché hanno trovato in sé e fuori di sé una possibilità di sviluppo, grazie alla capacità di innovare. In fondo tradizione vuole dire proprio questo: riuscire a trasmettere la propria identità ( r )innovandosi, senza tradirsi.

In che modo sono stati raccontati le arti e i mestieri?

L'idea che sottende lo Slow Movie Contest è di fare di otto comuni del Chianti  un grande bacino produttivo di cultura: gli otto giovani registi hanno infatti realizzato i propri corti non solo sul territorio e ma con il territorio. Raccontando le attività di questi luoghi, la loro capacità di crescere e reinventarsi, contribuiranno allo sviluppo del territorio stesso.

Come avete lanciato il bando e qual è stata la risposta dei giovani videomakers all'iniziativa?

Il bando è stato divulgato capillarmente a livello internazionale attraverso invio di email, pubblicazione su siti web specializzati e social network. A supportare l'iniziativa anche Il Gazzettino del Chianti, media partner, che tramite un link permanente a Slow Movie Contest ha pubblicato un giornale di bordo con le news relative al Contest. Il risultato è stato ottimo: abbiamo ricevuto complessivamente 80 candidature da tutto il mondo, compresa la Siberia e la lontana Tasmania. Slow Movie Contest si differenzia totalmente dai vari festival o rassegne esistenti: perché propone un territorio ed un tema specifici e perché i video devono essere realizzati in loco, nell’arco di una settimana, al termine della quale i filmmakers selezionati devono presentare un “semilavorato” o “rough cut” quasi definitivo.

I residenti dei singoli paesi del Chianti come hanno reagito?

Con molta curiosità e completa disponibilità. I personaggi protagonisti, ma anche i semplici residenti si sono adoperati per facilitare il lavoro dei registi. “Mi sento di dire che l’ospitalità è una delle eccellenze di queste terre”, ha detto Riccardo Salvetti, uno dei registi, al termine della sua esperienza.  In quasi tutti i Comuni, inoltre, avevamo individuato un giovane, una sorta di “guida e supporto logistico”. L’esperienza, per questi ragazzi, è stata produttiva ed emozionante.

Cosa sono riusciti a cogliere i videomakers del Chianti? E quali aspetti secondo te dovevano essere invece più evidenziati?
Come ha avuto modo di affermare il direttore artistico, Massimo Becattini,gli otto corti realizzati rispecchiano una grande varietà di modi di vedere, dallo sguardo estatico sul passato, così fascinoso per gli autori dei paesi più “giovani”, all’interesse per i personaggi curiosi od imprevedibili che abitano questo territorio, al senso di nostalgia per spicchi di realtà che in altri paesi industrialmente più avanzati sono ormai scomparsi, alla ricerca di un’unione con le “cose” – terra, case, alberi, -  ancora possibili”. Gli otto autori  - cui era stata lasciata la massima libertà espressiva – hanno prodotto non otto spot pubblicitari del Chianti, ma otto sguardi d’autore, sia pure contenuti nelle dimensioni  del corto.

Quali obiettivi si poneva il contest? E qual è il bilancio rispetto al loro raggiungimento?

Gli obiettivi del contest erano creare opportunità e visibilità per giovani talenti; contribuire alla diffusione, attraverso il mezzo audiovisivo, del patrimonio artistico, produttivo e naturalistico del Chianti; dare una maggiore diffusione e consapevolezza del ruolo rivestito storicamente dalle Arti e dai Mestieri; approfondire ed esplorare le diverse dimensioni dell’arte, come espressione forte dei cambiamenti socio-culturali e degli stili di vita e come fattore di innovazione; costruire una rete di collaborazione con il territorio per la realizzazione del progetto attraverso il coinvolgimento attivo dei soggetti interessati quali Regione, Provincia, Comuni, Associazioni di volontariato, aziende e artigiani, singoli cittadini; accrescere la valorizzazione dei luoghi attraverso il cineturismo. Ebbene, mi sento di affermare che tutti questi obiettivi sono stati perfettamente centrati.

Il linguaggio delle immagini è risultato efficace per la promozione del territorio?

Sono convinta di sì. E’ il nuovo modo di comunicare, che si va sempre più affermando con una sua peculiare identità, quella visiva, basata sulla capacità di stupire o emozionare con storie brevi, raccontate – come in un aforisma – con pochi tratti essenziali, spesso fulminanti.

Oltre alla serata di premiazione durante la "50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze", dove sono stati veicolati i video?
Per ora sono stati iscritti ad alcuni festival internazionali specifici sul cineturismo. E’ in programma la proiezione negli otto comuni del Chianti coinvolti nel progetto. Una proiezione si è già tenuta a Castelnuovo Berardenga nell’ambito di un convegno sul paesaggio. Sono in corso di definizione accordi per la diffusione con tour operator e  Federalberghi.

Ci saranno altre edizioni del contest?
Slow Movie Contest, è stato ideato come evento biennale e ci auguriamo di poter mantenere l’impegno, grazie al sostegno di Regione Toscana.