Salute/ARTICOLO

Il pioniere degli studi sull'epilessia Meyer: Neurology celebra Guerini

La prestigiosa rivista internazionale dedica la prima pagina al direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'ospedale pediatrico fiorentino

/ Redazione
Ven 20 Giugno, 2014
Renzo Guerini Meyer

"Colui che vede le cose che altri non vedono”. Un primato che si è guadagnato  Renzo Guerini, il direttore del dipartimento di Neuroscienze del Meyer di Firenze, al quale la celebre rivista internazionale Lancet Neurology ha dedicato la "prima pagina", con parole di elogio  Il pioniere degli studi di genetica dell’epilessia e delle malformazioni della corteccia cerebrale è considerato tra migliori al mondo, come scrive appunto Adrian Burton, nello speciale sul medico italiano.

La rivista ospita il contributo che il professore ha scritto con William B. Dobyns, neurogentista del Children’s Research Institute, Seattle (USA) nel quale presentano ulteriori elementi genetici e neurobiologici alla base della classificazione delle malformazioni della corteccia cerebrale da loro prodotta, con riferimenti aggiornati all’epilessia e alle altre manifestazioni neuologiche che ne conseguono e ai nuovi strumenti diagnostici quali sono appunto il sequenziamento esomico e la risonanza magnetica a campo ultra-alto.

Che Renzo Guerrini sia poi un’autorità nel campo dell’epilessia viene evidenziato non solo dall’ambitissimo Premio conferitogli nel 2012 della Società Americana per l’Epilessia, ma dalla leadership che il suo gruppo ha in “Desire”, multi-milionario progetto dell’Unione Europea, il cui acronimo, “Development and Epilepsy - Strategies for Innovative Research to improve diagnosis, prevention and treatment in children with difficult to treat Epilepsy” è per il giornalista di Lancet Neurology “una descrizione del lavoro della sua vita come pediatra neurologo, le cui osservazioni cliniche gli hanno permesso di fare connessioni necessarie per intraprendere la ricerca pionieristica nella genetica della epilessia”.

Mentre Christopher Walsh della Harvard University lo ha definito “una combinazione straordinaria di clinico e scienziato che ha classificato nuove forme di epilessia e di sindromi epilettiche, caratterizzandone poi le basi genetiche”, è stato Antonio Delgado-Escueta dell’Università della California parlando delle sue descrizioni delle diverse sindromi neurologiche, a dirgli che vede cose laddove le altre persone non vedono.

Nel profilo che Adrian Burton dedica al professore non mancano note simpatiche come quella riguardante la sua scelta di studi. Nato in una famiglia di legulei, ingegneri, insegnanti di letteratura e professionisti della medicina (il nonno paterno, suo omonimo, era chirurgo ostetrico e brevettò una pinza chirurgica) – accarezzò l’idea di fare l’architetto, desistendo poi e scegliendo di ripercorrere le orme del nonno perché “In Italia negli anni 70 gli studi di architettura erano troppo politicizzati”. Il profilo si addentra negli studi compiuti a Perugia e poi Pisa, prima di Marsiglia, dove si spostò perché negli anni ’80 sull’epilessia dominava la “scuola francese”.

Dopo aver sottolineato altre tappe della sua carriera e dei suoi contributi per prestigiose riviste, l’articolo riporta i ringraziamenti che lo stesso Renzo Guerrini fa ai suoi maestri, uno su tutti Pietro Pfanner dell’Università di Pisa, “che ha reso possibile il mio rientro in Italia e quindi l’approdo a Firenze creando un ambiente favorevole per la ricerca nell’ambito delle neuroscienze dell’età evolutiva in Italia”. Guardando al futuro – conclude l’articolo – il professor Guerrini vede speranza per le famiglie colpite dall’epilessia. “La nostra capacità di fare prevenzione migliorerà con le conoscenze di quella miriade di malattie genetiche rare che causano problemi allo sviluppo cerebrale”, dice, per poi aggiungere: “Ma questo credo sia qualcosa che ognuno possa già vedere”.