Guido Catalano, poeta, classe 1971, è un caso probabilmente unico in Italia: ha venduto migliaia di libri di poesia ed è stato capace di collezionare oltre centocinquanta readings all'anno in tutto il Paese. Sulla scia di queste esperienze, ed anticipando l’uscita del suo primo romanzo che verrà edito da Rizzoli il 14 febbraio 2016, l’artista torinese parte per un Grand Tour nei principali live club italiani, proprio come una rock band. Sabato 19 dicembre Catalano sarà protagonista sul palco della Sala Vanni di Firenze a partire dalle ore 21.30.
Ciao Guido! Sei la dimostrazione vivente che "con la cultura si mangia" in quanto sei l'unico in Italia credo che riesce a campare con la poesia, come hai fatto? Svelaci il tuo segreto
Me lo chiedo anchio ogni mattina quando mi sveglio, sto cercando di darmi delle risposte. Uno dei fattori che mi hanno aiutato sicuramente è la chiave ironica.
La mia poesia è un po' diversa da quella accademica che ci fanno studiare a scuola. Dieci anni fa quando ho iniziato ho deciso di portare la poesia al pubblico, direttamente, non esisteva ancora internet quindi i reading, i live nei locali e nei teatri mi hanno aiutato moltissimo. Adesso c'è internet che è un amplificatore incredibile però credo che questa sinergia tra ironia, live e rapporto diretto col pubblico abbia funzionato. Sono tanti anni che faccio questo lavoro con convinzione, mi sono interstardito che questa roba doveva funzionare e permettere a me di camparci,
è un piccolo miracolo.
Quante poesia hai scritto fino ad ora, più o meno di Petrarca?
Secondo me diverse centinaia, conta che sono cinque i libri pubblicati ma ce ne sono molte altre non pubblicate.
Parli di tanti argomenti ma forse il più importante, quello al centro delle tue poesie è la donna, che rappare come una creatura indecifrabile
Più che indecifrabile, è una creatura con la quale non è facilissimo comunicare.
Ma come mai c'è questo gap tra l'uomo e la donna, l'hai capito te?
Credo che il mio punto di vista sia dovuto a un'esperienza diretta e personale. Io ho impiegato moltissimo a capire come fare a comunicare col sesso femminile. Le donne mi piacciono molto, credo che lo si intuisca dalle mie poesie ma ho iniziato con difficoltà il rapporto con loro e queste grosse difficoltà mi hanno creato un'ossessione, credo. Questo è uno dei motivi per cui parlo moltissimo d'amore, i miei critici dicono che esagero.
Ma i poeti se non parlano d'amore, di cosa devono parlare?
Per esempio ci sono i poeti civili che parlano dei problemi della società. Ho iniziato tardi la mia vita sentimentale, con fatica, come capita a molti. Spesso io faccio il paragone con quelli che hanno sofferto a lungo la fame, o sono stati poveri e poi di colpo diventano ricchi e non hanno un rapporto equilibrato con i soldi.
Se non avessi fatto il poeta che lavoro ti sarebbe piaciuto fare?
Il medico, ma non ho la testa per studiare decine di anni. Ho una difficoltà clamorosa a memorizzare qualcosa, le mie poesie non le so a memoria, devo leggerle.
Possiamo dire che con la tua poesia curi l'anima delle persone con una metafora degna di Marzullo.
Si potrebbe dire sì. Io credo che la poesia e la letteratura come anche la bella musica non possano che fare bene. Tu pensa che i primi libri li ho pubblicati con una casa editrice che si occupava in realtà di cose farmaceutiche e mediche, era un mio amico. Quindi la metafora non è neanche così metaforica.
Ti seguo da tantissimo tempo, una delle tue poesie che preferisco è "I sombi". Mai nella mia vita avrei pensato che gli zombie sarebbero potuti essere oggetto di una poesia, così bella tra l'altro, si possono fare poesie davvero su qualsiasi cosa!
Per me sì, alcuni non sono d'accordo, ma io penso che la poesia può e deve parlare di quasiasi cosa. Dai grandi temi, ai micro temi, agli zombie. Io ne parlo perchè sono un appassionato del genere horror. I film di paura mi sono sempre piaciuti tantissimo, lo zombie è un ente che mi ha sempre affascinato.
Com'è il tuo pubblico? Chi viene a vederti?
E' un pubblico piuttosto variegato e giovane, tra i 25 e 35 anni. Il 70% dei miei lettori-spettatori sono donne, e questo è legato non solo al fatto che sono un sex simbol credo ma anche perchè parlo molto d'amore.
Ma quindi hai avuto proposte dalle groupies?
Assolutamente sì, d'altra parte si scrive poesie anche per questo. Lo diceva anche il buon Bukowski: "se mi fossi accorto che si beccava così tanto con la poesia non avrei cominciato a quarant'anni".
Guido Catalano "Grand Tour"
19 dicembre, Sala Vanni, Firenze
4 marzo 2016, Teatro Lux, Pisa
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