Il processo d'unificazione italiana raccontato da Alessandro Mari nel suo libro "Troppa umana speranza" (Feltrinelli) non somiglia a quello che abbiamo studiato sui banchi di scuola: questo giovane scrittore di Busto Arsizio, ha scelto per il suo esordio una storia avventurosa e intricata, ambientata durante il Risorgimento.
Sullo sfondo di una nazione ancora divisa, si muovono personaggi quasi picareschi, come il protagonista, Colombino: un povero villano lombardo che per sposare la ragazza che ama partirà per un viaggio bizzarro e riuscirà persino ad incontrare il papa e a combattere a fianco di Garibaldi. Una specie di Forrest Gump a cui è impossibile non affezionarsi, che attraverso le sue vicende incrocia la grande storia.
Dell'eroe dei due mondi invece, Mari ci regala una visione particolare: quella di Anita, la ragazza che giovanissima lascia la sua famiglia e il suo mondo per seguire l'uomo che ama, che incarna gli ideali in cui anche lei crede, per vivere l'unica vera storia d'amore epica della storia italiana.
Lontano dalla retorica che spesso offusca le vicende di quegli anni, Mari tratteggia un lungo romanzo coinvolgente e ricco di colpi di scena, quasi un feuilleton d'ampio respiro che sa essere divertente e storicamente accurato allo stesso tempo.
Per ricordarci che il Risorgimento è stato prima di tutto un'impresa ardua, compiuta da giovani disinteressati: una grande epopea idealista e appassionante.