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Il segreto per vivere a lungo? La prevenzione ed è gratis

Nel 2017-18 si è vaccinato contro l’influenza poco più del 55% dei toscani, oltre il 90% dei decessi per malattia vaccino-prevenibile riguarda gli ultra 65enni

/ Redazione
Gio 14 Giugno, 2018
Vaccino anziani

A Firenze nei giorni scorsi si è tenuto il convegno dal titolo “La longevità si conquista. Il contributo della prevenzione per la salute dell’anziano”, su iniziativa di Italia Longeva, la Rete del Ministero della Salute sull’invecchiamento e la longevità attiva, con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Firenze e delle Società scientifiche di riferimento. 

Dall’incontro è emerso che molti anziani ignorano l’esistenza di immunizzazioni utili per la fascia d’età più avanzata, che garantirebbero loro una vita attiva e in salute più a lungo. Ampliare le opportunità di prevenzione in regime di gratuità dunque non basta, occorre superare disinformazione e pregiudizi diffusi.

In Toscana, negli ultimi sei anni, la popolazione anziana è aumentata dell1%, per un totale di quasi un 1 milione di ultra 65enni, vale a dire 1 abitante su 4. Oltre al vaccino antinfluenzale, la Regione nel 2017 ha ampliato le opportunità di prevenzione con l’introduzione, in regime di gratuità per i 65enni, del vaccino contro il fuoco di Sant’Antonio che si va ad aggiungere a quello contro la polmonite pneumococcica, disponibile già da tre anni, ma con tassi di copertura che non superano il 10%

“Continua a prevalere la convinzione che la vaccinazione sia ‘una cosa da bambini’, trascurandone i benefici per gli anziani, più esposti al rischio che le malattie infettive colpiscano con maggiore pericolosità”, spiega Paolo Bonanni, professore di Igiene all'Università degli Studi di Firenze. “Lo dimostrano – continua – gli oltre 8 mila decessi che si verificano ogni anno in Italia a causa dell’influenza, ma anche i crescenti ricoveri per le complicanze di polmonite pneumococcica e fuoco di Sant’Antonio, quest’ultimo associato, nel 15-20% dei casi, a una condizione molto dolorosa e invalidante che è la nevralgia post-erpetica. Abbiamo a disposizione una risposta semplice ed efficace per evitare le morti, che per il 90% riguardano i soggetti anziani, e ridurre i costi sociali e sanitari delle malattie infettive vaccino-prevenibili, ma serve maggior consapevolezza da parte dei cittadini su quanto sia importante vaccinarsi certamente a partire dai 65 anni, ma possibilmente anche prima, dai 50 anni, quando le patologie croniche e la diminuzione delle funzioni del sistema immunitario iniziano a rendere più vulnerabili alle malattie infettive”.

 “L’introduzione della vaccinazione pneumococcica e, più di recente, di quella anti-zoster, completano l’offerta vaccinale per l’anziano e confermano l’attenzione delle istituzioni sanitarie regionali verso le politiche di immunizzazione dell’adulto”, dichiara Emanuela Balocchini, responsabile del Settore Prevenzione, Direzione Generale della per i Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale, Regione Toscana. “Nella scorsa stagione influenzale – prosegue – la Regione ha messo a disposizione maggiori risorse, economiche e di personale, e messo in campo una forte azione di sensibilizzazione per rilanciare l’adesione alla vaccinazione. La sfida per la sanità toscana è portare i tassi di copertura, oggi del 55,3%, quanto più vicino alla soglia raccomandata del 75%, prima di tutto per la tutela della salute di tutti i cittadini, ma anche per contenere la spesa sanitaria dovuta alla mancata vaccinazione”.

“In virtù del rapporto di fiducia e comunicazione diretta con i propri assistiti, la medicina generale gioca un ruolo informativo di primo piano ed è chiamata a mettere i cittadini nella condizione di sapere per decidere”, afferma Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG). “Con specifico riferimento alla vaccinazione anti-zoster, ultima ad essere inserita nel calendario di immunizzazione regionale, il medico di famiglia si candida sicuramente a proseguire quella che è già un’opera di coinvolgimento per le altre vaccinazioni, rassicurando sulla sicurezza del vaccino e promuovendone i benefici di salute per la popolazione anziana”,aggiunge Cricelli. 

“Chi si vaccina corre il rischio di campare a lungo e meglio”, conclude Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, ricordando che l’aumento della vita media deve essere affiancato da un miglioramento della qualità di vita.  “Inoltre, contribuisce a mantenere in salute il servizio sanitario di un Paese vecchio quale è l’Italia. Un motivo in più per i decisori regionali per promuovere l’accesso alle molteplici opportunità di prevenzione a disposizione dell’anziano, ma anche un motivo in più per i cittadini per vaccinarsi e far vaccinare i propri cari”.

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