Made in Toscana/ARTICOLO

Il tessile pratese vola in fiera a Barcellona

Il distretto in Spagna festeggia la ripresa

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
L’evento fieristico clou per le imprese del meccanotessile è ormai alle porte: ITMA aprirà i battenti a Barcellona domani giovedì 22 settembre e per un’intera settimana, fino al 29, consentirà ai produttori internazionali di macchine e di accessori tessili di proporre le loro novità. All’appuntamento quadriennale partecipa come sempre un folto gruppo di imprese del distretto pratese. La precedente edizione si svolse a Monaco nel 2007 ed ebbe 118.000 visitatori di 149 paesi diversi: numeri che danno il senso dell’importanza di questo appuntamento.

Il settore viene da una fase di ripresa che fa seguito a momenti critici
, che hanno visto un arretramento consistente della produzione europea rispetto a nuovi players di più recente ingresso sulla scena economica internazionale.
Dopo due anni di forte contrazione dell’export, arrivata in valori nel 2009 al -37,1%, il 2010 si è chiuso per il distretto di Prato con un aumento del +23%. Anche l'utilizzo degli impianti è risalito nel 2010, riportandosi al 70%-75% contro il 50% del 2009.

“Le imprese meccanotessili pratesi sono determinate e con una grande carica competitiva – afferma Francesca Fani, Presidente della sezione Meccanici dell’Unione Industriale Pratese –. Hanno investito in innovazione e risorse umane, e sono in grado di offrire prodotti di grande livello e forte specializzazione. ITMA è una grande vetrina, appetibile a tanti, ma è auspicabile che una manifestazione fieristica così importante offra opportunità di visibilità e di mercato soprattutto alle eccellenze del settore. Per le macchine tessili assistiamo dal 2010 ad una sensibile ripresa, anche se non uniforme ed anzi spiccatamente a ‘macchia di leopardo’: c’è del resto un evidente legame fra le prospettive del nostro settore e gli investimenti del tessile, che nei paesi occidentali è stato duramente provato dalla crisi. Tuttavia, anche se i mercati più vivaci rimangono quelli extraeuropei, qualcosa si muove anche in Europa: segnali flebili, ma che vogliamo considerare di buon auspicio. Rimane l’incertezza di una situazione economica e politica mondiale ad oggi difficilmente prevedibile nei suoi sviluppi futuri.”

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