Le imprese toscane crescono nonostante la crisi. Nell’ultimo trimestre del 2013 sono nate oltre 6mila aziende, con un aumento del 5,6% rispetto al 2012 e in totale lo scorso anno il saldo demografico tra imprese aperte e chiuse è risultato positivo (+1.336 aziende), per un tasso di crescita imprenditoriale pari al +0,3%.
Tuttavia, sempre secondo i dati di Unioncamere, continua a suonare un campanello d’allarme perché dallo scorso ottobre a dicembre sono state 2.231 le imprese entrate in scioglimento e liquidazione in soli tre mesi, in aumento del 9,6%, e nell’ultimo quadrimestre del 2013 sono stati 280 i fallimenti e 66 le aziende che hanno aperto concordati fallimentari o preventivi oppure accordi di ristrutturazione debiti, in aumento del 30%.
“Le imprese continuano a nascere e questo non può essere che un messaggio positivo – sottolinea Vasco Galgani, presidente di Unioncamere Toscana – tuttavia i numeri ancora non indicano tempi certi per l’uscita dalla crisi. Per questo servono interventi urgenti tesi alla crescita e all’occupazione”.
La crisi ha morso più duramente il settore dell’artigianato, in difficoltà sin dal 2009, che lo scorso anno ha registrato un saldo negativo (-2.432 imprese). In cattive acque anche l’agricoltura, per cui il ridursi delle aziende (-1.051 nel 2013) è divenuto ormai strutturale, mentre l’emorragia di imprese nell’edilizia (-1.689) è legata alla grave crisi del mondo artigiano operante nella filiera.
Il positivo bilancio annuale è quindi riconducibile alla dinamicità dei servizi. Il settore turistico (alberghi e ristoranti), che a fine 2013 conta 32mila aziende, è in forte espansione (+960 imprese), così come il commercio (+1.199) che, con oltre 101mila aziende rappresenta un quarto del sistema imprenditoriale regionale. Il settore del terziario più dinamico, in termini relativi, è tuttavia quello dei servizi alle imprese (+5,3% per 524 neoimprese).