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Uno spettacolo musicale, allegro e colorato come gli abiti delle donne indiane, ma anche una città dove si lotta per non soffocare nel cemento.
Lo spettacolo si ispira a “Il libro della giungla” di R.Kipling ma qui troviamo un Mowgli cresciuto che arriva con la madre in una grande città.
I due immigrati indiani si trascinano dietro la lentezza della dolce musica indiana, che però ha ben poco a che fare con la città occidentale. Non ci sono i villaggi, la giungla, le coltivazioni di miglio, le file di carretti coi bufali, l'odore dell'India. Mowgli si ritroverà quindi in un nuovo ambiente del tutto estraneo che sarà il palcoscenico su cui si svolge la sua vita e che solo lui avrà il potere di modificare.
Una città dove si lotta per non soffocare nel cemento, dove la frenesia e il grigiore della giungla metropolitana si susseguono senza sosta, impossibile fermarsi quando si è ormai entrati nell'ingranaggio. Lì, fra bottigliette vuote di birra sparata in vena, dove si combatte per rimanere se stessi, dove bisogna tirar fuori gli artigli per venire accettati, vive un “branco” di giovani che hanno fatto della discarica il loro covo. La musica parla per loro, da voce alle loro emozioni, alla loro voglia di ribellione ma anche ai loro innamoramenti.
Riuscirà Mowgli a non vivere da emarginato ma nemmeno a essere sfruttato o rimarrà schiacciato dalla legge del più forte?
Questo spesso lo decidiamo noi stessi nelle nostre città, perché questa piccola storia è vissuta ogni giorno da tanti immigrati che si trovano a combattere con tanti problemi di integrazione. GIUNGLA DI CEMENTO è anche questo, è l'urgenza della nostra anima artistica di dire NO alla discriminazione, NO ad ogni forma di razzismo
"Ci siamo arresi, ci siamo convinti che nulla ormai può cambiare, che siamo impotenti davanti ai fatti che accadono. Non solo, ci appaiono inevitabili, ci sembrano sempre meno gravi, fino a sembrare normali. Normale che a te, Dragan, venga chiesto di intingere il tuo ditino nell'inchiostro, segnando la tua vita in questo paese. Una macchia che non è solo quella del tuo dito, è sul tuo volto, sulla tua anima. E' la macchia della razza."
(Marco Aime - La macchia della razza, Lettera alle vittime della paura e dell'intolleranza)
9 marzo 2012 ore 16.00
CASA CIRCONDARIALE “MARIO GOZZINI”
via MINERVINI – FIRENZE
Nell’ambito del Progetto regionale “TEATRO IN CARCERE”
Il Centro di Teatro Internazionale con il gruppo teatrale “CARPE DIEM” della Casa Circondariale “M.Gozzini” di Firenze
presenta:
“GIUNGLA DI CEMENTO”
favola rock non verbale ispirata al racconto “Il libro della giungla” di R.Kipling
Riduzione, adattamento e regia di Olga Melnik
Interpreti:
Andrea Formigli
Michele Capasso
Cristian Chiama
Ferdi Mustafa’
Robert Piergallini
Antonio Romano
Roberto Jahiqui
Azzedine Foudal
Giampaolo Miniati
Eric Bozzato
con la partecipazione delle attrici del Centro di Teatro Internazionale : Valentina Schiavi, Larthia Galli Nannini, Tessa Granato
Luci: Samuele Batistoni
Durata dello spettacolo: 45 min. in un atto