L'inverno della Toscana? Per il 2016 potrebbe essere ristretto al solo mese di marzo. Nelle proiezioni meteo rese note dal Consorzio Lamma il prossimo inverno potrebbe essere ancora più caldo, almeno in una fase iniziale, con un 'colpo di coda' del freddo a ridosso dell'avvio della (vera) primavera.
Gennaio. Una tendenza che consolida la parte finale del 2015, con un autunno mite e con precipitazioni inferiori alla media soprattutto nei mesi di novembre e dicembre. Quello di gennaio 2016 appare perciò come un proseguimento 'naturale' del meteo attuale, con l'alta pressione africana che sembra poter dominare la scena - della Toscana, ma in generale sull'Europa centrale - in un contesto mite e secco, ma con una maggiore propensione a brevi episodi piovosi di matrice nord-atlantica rispetto a dicembre.
"L'aggiornamento delle previsioni stagionali - spiega il Consorzio Lamma in una nota - prevede ancora temperature sopra media a gennaio e febbraio, e giorni piovosi sotto media a gennaio e in media a febbraio. Il mese di marzo potrebbe, invece, riportarsi in media sia per quanto riguarda le temperature che per quanto concerne le precipitazioni".
Febbraio e marzo. Anche a febbraio, infatti, sembra prevalere un tipo di circolazione anticiclonica, ma con una maggiore propensione al verificarsi di perturbazioni, la cui numerosità - intesa come numero di giorni - si prevede possa essere in linea, ma con un cumulo di precipitazioni leggermente superiore alla media mensile per la Toscana, con circa 10 millimetri in più su tutto il territorio regionale. Una tendenza che sembra consolidarsi ulteriormente a marzo con ingressi di aria fredda e instabile che potranno dar luogo ad un mese con temperature e giorni piovosi nella media.
La previsione elaborata dal Consorzio Lamma interessa l’intero territorio nazionale e segue un approccio di tipo climatologico con due aree climatiche distinte: il “Centro Nord” (Italia settentrionale, Toscana, alte Marche, Nord Umbria e Viterbese) e il “Centro Sud” (medio basse Marche, Umbria meridionale, medio basso Lazio, Abruzzo e il resto dell’Italia meridionale compresa la Sardegna). Ovviamente, trattandosi di previsioni su larga scala, queste non prendono in considerazione i microclimi locali, che potranno essere soggetti a particolari difformità rispetto alle previsioni formulate.
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