La Toscana si appunta al petto la medaglia d'argento in Europa per la forza di attrazione degli investimenti esteri. Al primo posto c'è la locomotiva Lombardia, ma dietro si piazza la tanto reclamizzata Catalogna. Buona la quarta posizione dell'Emilia Romagna. A dirlo è la speciale classifica stilata da Fdi, il magazine dell'autorevole quotidiano economico Financial Times, che mette in fila ogni due anni l'appeal globale di ben 486 location tra città e regioni.
Sembrano lontani anni luce i tempi quando il presidente della Commissione europea, Juan Manuel Barroso, interveniva per bacchettare la Toscana sugli ostacoli frapposti agli investimenti esteri. Son passati solo due anni e l'aria che si respira ora è diventata molto più internazionale. Oggi, infatti, la Regione conta 29 investimenti sul territorio per un totale poco sotto il miliardo di euro. Sono stati creati ben 1.031 posti di lavoro, mentre sono 1.592 i posti di lavoro mantenuti.
A mettere non una, ma due ciliegine sulla torta c'hanno pensato il magnate armeno-argentino, Eduardo Eunekian, che ha messo le mani sui cieli toscani e l'amministratore delegato di Ikea Italia, Lars Petersson, che pochi giorni fa ha aperto il nuovo store vicino Pisa investendo 62 milioni di euro.
Il censimento degli ultimi due anni, però, tiene conto solo degli investimenti piccoli e medi e lascia fuori i grandi. Eccone alcuni di primaria importanza: il rigassificatore Olt di Livorno di E.On e Irean, costato 850 milioni e attivo da dicembre, le linee produttive di Firenze della farmaceutica Eli Lilly, il nuovo polo di Ge a Carrara e le azioni della multinazionale automotive Continental a Pisa.
Ma le classifiche non finiscono qua. Quando si tratta di considerare la strategia di attrazione che mette in conto le azioni dei governi territoriali per catturare capitali, la Toscana è la prima tra le location dell'Europa del sud, quinta tra quelle di media grandezza e nona nella classifica generale che valuta 180 siti. Importante, dunque, anche il ruolo delle istituzioni, in particolar modo del presidente della Regione, Enrico Rossi, che ha agevolato queste operazioni favorendo una veste economica della Toscana sempre più globalizzata.