L'economia regionale tiene botta alla crisi e vede la luce in fondo al tunnel. O almeno prova a vederla. Grazie alle imprese manufatturiere la Toscana va meglio di molte altre regioni che una volta la sopravanzavano. Vedi alla voce: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. L'unica ad andare meglio o meno peggio – dipende dai punti di vista – è il Trentino Alto Adige. Ma con tutte le sovvenzioni che prende come regione a statuto speciale, le posizioni di partenza per competere sui mercati globali giocano comunque a suo favore.
I NUMERI DELL'IRPET - Per la Toscana è l'esportazione a decollare: +23 per cento dal 2008 a oggi, superiore addirittura alla Germania. Allarme rosso, invece, sulla disoccupazione. Si contano 140mila persone senza lavoro e i giovani sono la categoria più svantaggiata. Continua il crollo degli investimenti e dei consumi interni. Questo il quadro che emerge dal rapporto sull'economia toscana redatto dall'Irpet sull'anno appena passato.
L'istituto di programmazione economica vede comunque positivo per il futuro. L'anno che è iniziato da poco dovrebbe segnare un'inversione di tendenza con un +1 per cento. E se gli elementi di incertezza dello scenario nazionale e internazionale si sciogliessero, sarebbe possibile anche una crescita dell'1,7.
IL MANUFATTURIERO - La nostra regione ha nel suo carnet una rosa di imprese che si sono già avvantaggiate nel percorso di uscita dalla crisi. Sono le 3.500 aziende della moda, della meccanica, dell'agroalimentare che riescono a esportare all'estero. A queste si aggregano 7-800 aziende che svolgono un ruolo di servizi accessori alla manifattura.
COSA FA LA REGIONE - La Regione gioca la sua parte istituzionale cercando di anticipare le mosse del mercato e aprire gli spazi allo sviluppo. Punta a finanziare le grandi infrastrutture come la Tirrenica, il sistema aeroportuale unico, la Due Mari, le ferrovie, i porti di Piombino e di Livorno. Lavora alla raccolta delle risorse sul nuovo programma di finanziamenti Ue 2014-2020. Si organizza per la ricerca e l'impresa con Horizon 2020.
IL PRESIDENTE ROSSI - Il presidente della Regione Enrico Rossi ha le idee chiare: “Bisogna combattere per mettere in piedi una grande piano di investimenti pubblici. I 300 miliardi di euro dilazionati in tre anni di Juncker non esito a definirli una presa di giro. Ma ci vuole anche un accordo degli imprenditori con i sindacati e i lavoratori. Va creato un nuovo patto per lo sviluppo".
"Inoltre – continua Rossi – io sono per il salario minimo garantito ai disoccupati e la rimessa in discussione della riforma Fornero perché così com'è non va bene”. Gli fa eco il direttore dell'Irpet Stefano Casini Benvenuti: “Con le politiche dell'austerità non andiamo da nessuna parte. Giusto indirizzare i fondi Ue alle imprese più dinamiche”.