Musica/ARTICOLO

Jack Frusciante vent'anni dopo L'omaggio di Drop Circles e OBO

Venerdì 9 gennaio al Tender Club di Firenze si festeggia l'anniversario del libro di Enrico Brizzi. Siamo andati a intervistare i Drop Circles

/ Costanza Baldini
Lun 5 Gennaio, 2015

Sembra incredibile ma sono già passati vent'anni dall'uscita di un libro che avrebbe segnato per sempre l'adolescenza dei trentenni di oggi. Stiamo parlando di "Jack Frusciante è uscito del gruppo" di Enrico Brizzi, la storia d'amore tra Aidi e Alex che nel 1994 commosse tutti a ritmo di rock. Un cult che vanta un milione di copie vendute e 24 edizioni in tutto il mondo. Il libro prima e poi il film con protagonisti gli allora giovanissimi Stefano Accorsi e Violante Placido fu anche l'occasione per immortalare un'istantanea del rock indipendente degli anni '90.

Nella colonna sonora c'erano pezzi di gruppi come Marlene Kuntz, Umberto Palazzo, Disciplinatha, ma anche Faith No More, Joy Division, Violent Femmes, Pulp. Venerdì 9 gennaio al Tender per ricordare quelle atmosfere saliranno sul palco due gruppi dell'underground fiorentino: la Oshinoko Bunker Orchestra nata da una costola degli storici De Glaen e i Drop Circles che si alterneranno tra cover e pezzi originali.

Proprio per ricordare l'anima grunge degli anni '90 siamo andati a intervistare due colonne portanti dei Drop Circles ovvero Simone Cariello e Valerio Mastrantonio, rispettivamente chitarrista e batterista del gruppo che non si sono fatti pregare per raccontarci la loro "tarda-adolescenza" a ritmo di musica.

Nel 1994 Brizzi pubblicò il libro Jack Frusciante è uscito dal gruppo, fu un evento per la nostra generazione. Voi cosa vi ricordate di quel libro, quali emozioni suscitò in voi?
(Simone) Ricordo di aver letto il libro una o due estati dopo che era uscito, ero a Roma in una sorta di casa comune e restai tutto il pomeriggio a leggere con un disco dei Faith No More che andava a ripetizione e mi sentivo parecchio grunge. Ritrovavo un po’ la mia vita nelle atmosfere del libro, era il periodo in cui a noi “grungettoni” piaceva aver un motivo per sentirci malinconici e soffrire un po’.

Secondo voi se uscisse oggi questo libro, nell'epoca del sentimentalismo alla Moccia, avrebbe lo stesso successo?
(Valerio) Sinceramente credo di no, per il semplice motivo che all’epoca tutto ciò che era contaminato “musicalmente”, dalla narrativa al cinema (da Singles di Cameron Crowe a Giovani Carini e disoccupati di Stiller passando per Tutti giù per terra di Ferrario) aveva più successo di ora proprio perché a differenza dei giorni nostri (nonostante la mancanza dei social e di una informazione di rete ancora embrionale) c’era secondo me una cultura musicale diversa cioè più vivida e curiosa sia a livello italiano che soprattutto straniero. Oggi purtroppo è tutto più artisticamente più omologato e non riscontro la ricerca anche nei giovani di lanciarsi in una lettura che abbia forti richiami musicali quindi in un certo senso sia meno “leggero” o semplicemente meno conosciuto e commerciale.

Il libro e poi anche il film si caratterizzarono per proporre l'ascolto di pezzi che hanno fatto la storia del rock indipendente italiano. Io mi ricordo che avevo una cassettina con la colonna sonora e che l'ho consumata, quali pezzi proporrete nella serata?
(Valerio )Per la serata proporremo un pezzo tratto da una citazione del libro e cioè “Friday i’m in love” dei Cure accentuandolo con un impronta tipica Drop visto che non è proprio il nostro genere. Suonare un pezzo dal gusto “decadente-brillante” come Friday per noi è stata una bella soddisfazione e sfida allo stesso tempo (tirato giù praticamente in mezza prova), poi vedremo come verrà dal vivo e se il pubblico apprezzerà. Inoltre proporremo un pezzo tratto invece dalla colonna sonora del film che è “Digging the grave”, uno dei pilastri dei Faith no more. Per me quella rimane la scena più toccante del film che si sposa perfettamente, attraverso il capolavoro dei Faith, con un senso di rabbia e liberazione. Suoneremo inoltre altre due cover che non sono citate né nel libro né nel film ma che comunque fanno parte di quella scena musicale che gravita intorno a Alex e che non ti esplicito per non rovinare la sorpresa. Ti dico solo che sono stati due cavalli di battaglia (purosangue) delle rockoteche dell’epoca essendo due singoli targati 1992 e 1995. A tutto ciò saranno shekerati nella scaletta 4-5 pezzi nostri.

Con voi dividerà il palco anche la Oshinoko Bunker Orchestra nata da una costola dei De Glaen. Cosa vi ricordate della scena musicale fiorentina della fine degli anni '90, quali gruppi c'erano in giro, voi cosa ascoltavate?
(Valerio) Di la verità che vuoi testare la mia capacità di sintesi vista la domanda che per quanto interessante meriterebbe una risposta altrettanto lunga e esaustiva ma non voglio “impallosire” chi sta leggendo e proverò a essere breve...Personalmente sbarcai a Firenze a metà anni ‘90 in pieni anni grunge e soprattutto nel ciclone di quella scena musicale che ti regalava su videomusic programmi come segali di fumo o sondaggi alle due del pomeriggio su Italia 1 tipo “vota la migliore ballad fra nothing else matters e don’t cry” (proprio come agli attuali amici di Maria)...In quegli anni c’era l’imbarazzo della scelta per comprare un valido disco sia a livello straniero che italiano, quindi lasciando stare i must intoccabili come Nevermind, Ten, Black album e potrei citarne almeno altri dieci. In generale comunque oltre a tutto il grunge che da Seattle assorbivo come una spugna e che tutt’ora non riesco a scrollarmi di dosso come un macaco incollato a una spalla, a livello italiano c’erano davvero tante band valide come i Timoria, i Karma, i Ritmo Tribale, gli Estra ecc. Della scena fiorentina di fine decade  posso dire di aver vissuto l’adrenalinica esperienza di trasferirsi in una città che ha dato i natali a una delle mie band italiane preferite cioè i Litifiba. Ricordo infatti che una delle prime cose che visitai di Firenze con mia immensa commozione fu proprio il portellone di via De’ Bardi pieno di dediche e autografi …peccato non averli vissuti a Firenze nel loro periodo migliore. Come non citare poi, sempre rimanendo in tema fiorentino, i cugini Diaframma che tuttora seguo con grande passione e in più scoprii da amici“indigeni musicali” gli autoctoni Anhima, Interno 17 e i De Glaen, soprattutto questi ultimi mi impressionarono davvero per la loro tecnica e originalità del progetto ma soprattutto per i loro live ipnotizzanti. Negli anni poi ho approfondito la conoscenza anche del chitarrista Vanni che anche come fonico è sempre un piacere umano e professionale incontrare e davvero dividere il palco con loro personalmente sarà una grande soddisfazione. Ecco vedi mi sono dilungato troppo…lo sapevo!!

Voi siete un gruppo che ha una forte identità grunge, secondo voi l'eredità di Kurt Cobain ha ancora qualcosa da regalare alle nuove generazioni?
(Simone) Mah, se rispondessi d’istinto mi verrebbe da dire che dell’eredità di Kurt Cobain restano solo i jeans strappati e le camicie a quadri da H&M e qualche cover bizzarra come la versione swing di Paul Anka di Smells Like Teen Spirit e una versione elettronica di School rifatta da non voglio sapere chi…poi però ai nostri concerti o quando vado a sentire musica anni novanta scopro che ci sono anche tanti ragazzini che dicono che avrebbero voluto nascere un po’ prima per vivere due decenni fa così come vent’anni fa noi dicevamo spesso che avremmo voluto nascere prima per vivere gli anni settanta, ci sono tutt’ora ragazzi che passano pomeriggi e serate in sala prove suonando e risuonando pezzi di In utero e Ten e ho trovato persone nate dopo l’uscita di Nevermind con Kurt Cobain tatuato sul braccio, quindi dico di si, l’eredità di Kurt può dare ancora qualcosa, però solo a chi ha voglia  passione di andarsi a cercare le cose senza soffermarsi solamente al singolo propinato da youtube.

Gira voce che i Drop Circles suoneranno in giro per l'Italia, non so se potete già anticiparci qualcosa...
(Simone) Allora per prima cosa c’è la serata del 9 gennaio al Tender di Firenze con Brizzi e gli OBO che ci rende strafelici e non vediamo l’ora di esser li su quel palco, poi abbiamo un po’ di cosette eccitantissime per noi in ponte, un minitour tra il nord e il nordest quasi definito, mancano ancora un po’ di conferme di date quindi non diciamo nulla per ora e poi diverse serate in vista qui in toscana fino a primavera anche se diventa sempre più difficile trovar spazio per suonare dal vivo soprattutto se si propone un repertorio di pezzi originali, molti locali chiudono e quelli che restano troppo spesso danno spazio solo alle tribute band. Sempre entro primavera abbiamo in progetto di andare in studio per registrare un po’ di pezzi nuovi e poi c’è un mio desiderio che neppure gli altri del gruppo ancora sanno che sarebbe quello di fare un minitour estivo giù al sud italia, il tour delle tre emme: Mare-Musica-Magnare! Insomma ci aspettiamo di continuare a divertirci ed emozionarci facendoci trascinare dal desiderio comune di suonare come è accaduto nell’ultimo anno (parlo solo di ultimo anno visto che la formazione attuale è nata esattamente un anno fa quando siamo arrivati io e il nuovo bassista).

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