Non bastava la crisi a mettere in difficoltà i 4mila lavoratori toscani che vanno avanti con il contratto di solidarietà. Ora è arrivata anche la sforbiciata della legge di stabilità che dal 1° gennaio 2014 ha reso la loro busta paga ancora più leggera. L'integrazione che lo Stato versa ogni mese per ciascun lavoratore, infatti, passa dal 20 al 10%. Il provvedimento riguarda 228 aziende, tra piccole e grandi. Sono coinvolte imprese come la Lucchini di Piombino, la Piaggio di Pontedera, la Targetti di Firenze. Il taglio del 10% va a incidere nella carne viva e non è facile da digerire. Il contratto di solidarietà prevede per legge una retribuzione pari al 60 per cento dello stipendio. L'integrazione statale del 20% portava all'80% dello stipendio normale. Ora si scende al 70%. Anche se c'è da aggiungere l'ulteriore 10% di integrazione che la Regione versa come contributo da tre anni e che non ha intenzione di cancellare per l'anno a venire.
Per fare un esempio, prendiamo la busta paga di un operaio specializzato della Lucchini. Il suo stipendio pieno raggiungeva quota 1.250 euro nette. Finora scendeva solo – si fa per dire - di 125 euro. La perdita effettiva, infatti, risultava del 10% perché si metteva in conto il contratto di solidarietà aumentato dalle integrazioni statale e regionale. Dal 1° gennaio si fa un tonfo del 20% e la riduzione arriva fino a 250 euro.
"Siamo fortemente preoccupati per il taglio dei finanziamenti ai contratti di solidarietà da parte del governo e ci adopereremo in tutte le sedi istituzionali perché questa decisione venga rivista - ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi -. Esprimo, insieme all'assessore al lavoro Simoncini, un forte dissenso rispetto a questa decisione. La riduzione dei finanziamenti prevista dalla legge di stabilità comporta un 10% in meno di entrate nelle tasche di lavoratori che già vivono una situazione estremamente difficile. E' una decisione che disincentiva rispetto all'utilizzo di uno strumento che si è dimostrato efficace nel fronteggiare le crisi aziendali perché mantiene tutti i dipendenti al lavoro, evita i licenziamenti ed è meno oneroso della cassa integrazione".
Il principio evocato dal governatore è quello di lavorare meno, ma lavorare tutti. Gli ha fatto eco Valter Bartolini, che si occupa del mercato del lavoro per la Cgil Toscana: “Non vorrei che il governo abbia tagliato l'integrazione di solidarietà solo per mostrarsi apposto con la Commissione europea. E' comunque scandaloso che diminuiscano gli ammortizzatori sociali giocando sulla pelle dei lavoratori. Noi siamo pronti a scendere di nuovo in piazza per far sentire la nostra voce”.