Restaurata recentemente grazie al contributo della Regione Toscana, l’antica Villa la Mausolea di Soci nel cuore del Casentino, aspira a diventare una dei centri culturali più importanti a livello regionale. Qui infatti si organizzano ogni anno mostre e convegni ed esiste un’importante raccolta di reperti archeologici. Originariamente, questo grande edificio, che si presenta con la sua elegante loggia a tre arcate posta sulla facciata e la suggestiva rampa a ventaglio, serviva soprattutto come centro per l'amministrazione dei possedimenti fondiari camaldolesi e come foresteria per i pellegrini diretti all'eremo. Fu infatti il padre generale camaldolese Pietro Delfino a deciderne la costruzione alla fine del Quattrocento, inglobando le strutture di un precedente edificio medievale. Questa costruzione ebbe vita fino alla fine del Seicento, quando venne sostituita da un nuovo edificio a blocco compatto con mura intonacate. L’atrio della villa è dominato da un grande affresco seicentesco raffigurante san Romualdo in gloria. Al pian terra si trovano due cappelle costruite in periodi differenti; quella di sinistra (1655) è rivestita di damasco rosso e conserva una tela seicentesca con la Madonna del Rosario in gloria tra i Santi Romualdo e Michele Pini, nonché un dipinto di piccole dimensione raffigurante San Giorgio e il Drago. La Cappella di destra è invece impreziosita da dipinti di gusto classico e da una tela settecentesca dedicata a San Romualdo. Al piano superiore si trova un grande salone sovrastato da un pregevole soffitto a cassettoni. Qui, sulla parte sinistra, è collocata una grande tela a olio che raffigura Giustiniano che consegna le leggi degli antichi giuristi a Triboniano opera di Vincenzo Camuccini, uno dei più importanti pittori del Neoclassicismo italiano e della cosiddetta “pittura di storia.”
Cultura/ARTICOLO
La Mausolea, nella reggia dei camaldolesi
L’antica villa di Soci, fiore all’occhiello dei possessi dell’ordine nel Casentino