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La Toscana del dopoguerra, tra riti e politica

Domani la presentazione del volume a cura di Laura Savelli, dedicato a feste e giochi popolari

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
dopoguerra
Dal Gioco del Ponte ai palii cittadini, un libro per analizzare la relazione tra l’uscita dal dopoguerra e la ricostruzione, da una parte, e il valore delle feste popolari come basi per riattivare il senso di cittadinanza attraverso le tradizioni storiche locali, dall’altra. E’ il volume “Toscana rituale. Feste civiche e politica dal secondo dopoguerra” (Pacini Editore), che sarà presentato venerdì 18 giugno alle ore 17 nella Sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti.

Curato da Laura Savelli, ricercatrice del dipartimento di Storia, il volume analizza la relazione tra l’uscita dal dopoguerra e la ricostruzione, da una parte, e il valore di feste popolari, giostre, palii come basi per riattivare il senso di cittadinanza attraverso le tradizioni storiche locali, dall’altra.

Dopo i saluti di Federico Eligi (assessore comunale alle Manifestazioni storiche), di Antonio Veronese (presidente del Comitato del Gioco del Ponte edizione 2010) e del professor Marcello Verga (direttore del CIRCIT – Centro interuniversitario sulla storia delle città toscane e già docente dell’Ateneo), Fabio Dei (dipartimento di Storia) e Fabrizio Franceschini (dipartimento di Studi italianistici) discuteranno il volume con gli autori degli altri saggi

Andrea Addobbati, ricercatore del dipartimento di Storia, ha ricostruito la ripresa del Gioco del Ponte nel primo dopoguerra, partendo dalla “reinvenzione” del gioco promossa da Guido Buffarini Guidi nel 1935.

Nel primo dopoguerra, in un contesto materiale e sociale gravemente deteriorato dalla disoccupazione e dalla miseria, il Gioco del Ponte venne allestito nel 1947 all’Arena Garibaldi dando subito esca all’ironia dei goliardi (si veda il sonetto Ma fanno ’r Giòo der Ponte senza ’r Ponte?). La ricostruzione del Ponte di Mezzo, fortemente voluta dal sindaco Italo Bargagna, venne infatti completata nel 1950 e rappresentò, insieme allo svolgimento del Gioco, il segno di una rinnovata solidarietà cittadina.

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