Sotto la dicitura 'Olio prodotto in Toscana' rientrano bottiglie che con la Toscana hanno veramente poco a che fare. Questa, in sintesi, la risposta di Coldiretti Toscana alle ultime vicende che vedrebbero coinvolte alcune aziende italiane - alcune di queste con imbottigliamento in Toscana - nel commercio improprio di olio extravergine.
"Lo scandalo che ha conquistato le prime pagine dei media - sottolinea il presidente di Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli - non riguarda l’olio toscano, ma l’industria olearia che purtroppo sfrutta impropriamente l’immagine del nostro territorio, un territorio con un forte appeal sul consumatore, per smerciare prodotti di dubbia qualità. Si tratta dell’ennesimo caso di “Toscana sounding”, che interessa un autentico fiume di olio, oggi presente sul mercato ma che di toscano ha solo una cosa: la sede dell’imbottigliamento".
La Toscana - secondo una nota prodotta dalla stessa Coldiretti - produce il 4% dell’olio extravergine di oliva italiano, mentre l’industria olearia toscana commercializza quasi il 40 per cento dell’olio extravergine di oliva, lavorato in Italia, ma non sempre frutto dell’”Oliveto Italia”. Una parte consistente della materia prima infatti proviene dai paesi del bacino del Mediterraneo. Inoltre il valore dell’esportazione dell’olio dalla Toscana verso i mercati esteri (Europa compresa) si aggira intorno ai 500 milioni di euro, mentre il valore dell’olio prodotto dagli olivi della regione non supera, neppure nelle annate migliori, i 150 milioni di euro.
Numeri, questi, confermati nei giorni scorsi anche dal consorzio Olio Extravergine Toscano IGP che, nella presentazione milanese dei dati del 2015, ha sottolineato come la produzione di olio extravergine Toscano IGP si attesti nel 2015 sui 30-35mila quintali, per un complessvo - comprendendo anche gli olii d'oliva - stimata intorno ai 140-150 mila quintali, con un calo di circa il 20% rispetto alla media regionale.
“Il modus operandi di una certa industria - conclude Marcelli - purtroppo diffuso in tante filiere dell’agroalimentare, penalizza pesantemente le aziende agricole e inganna chi acquista. La battaglia ingaggiata da Coldiretti per la trasparenza punta proprio a smascherare tutti questi imbrogli. Nelle ultime settimane la nostra organizzazione è mobilitata per difendere la tracciabilità del latte e dei suoi derivati, ma il nostro impegno è massimo anche per tutelare tutto il settore agroalimentare e con esso i produttori e i consumatori, garantendo la certezza dell’origine e la qualità di ciò che viene portato in tavola. Giusto prezzo per un giusto latte è uno slogan che intendiamo estendere a tutte le filiere”.
Ti potrebbe interessare anche:
- In Toscana passi il Natale in cantina Dal Chianti Classico alla Val d’Orcia
- Un frantoio al Mercato Centrale, a Firenze è tempo d'olio "novo"
- Morellino di Scansano a New York Obiettivo: far crescere il mercato